CANTÙ - Sullo scontro tra la maggioranza leghista e la comunità musulmana canturina, nelle scorse ore è intervenuto anche don Fidelmo Xodo, prevosto di Cantù e figura eminente tra i religiosi locali, il quale, attraverso una breve nota apparsa sull’Informatore della Comunità Pastorale cittadina, ha espresso il proprio punto di vista su uno dei temi più caldi del momento, sulla celebrazione della festività musulmana del Sacrificio e sulle sue inevitabili ripercussioni politiche.

“Pur non conoscendo molti particolari della vicenda – si legge nel commento di don Fidelmo - esprimo la mia solidarietà nei confronti della comunità islamica di Cantù, multietnica e moderata, che per celebrare la Festa del Sacrificio ha dovuto affrontare ostacoli non solo di carattere burocratico ma anche ideologico”.

Nonostante fossero stati diffidati dall’utilizzare l’immobile di via Milano per la celebrazione del rito, infatti, circa 600 musulmani hanno comunque deciso di riunirsi nel corso della mattinata di venerdì, poco prima delle 7, installando un tendone in prossimità del civico 127 e rimanendo nei dintorni dell’edificio per più di due ore, fino alle 9. Nella destinazione d’uso dell’immobile, secondo la maggioranza leghista, non è prevista la possibilità che l’edificio venga usato per scopi religiosi, e alcuni leghisti – come il deputato Nicola Molteni – hanno già parlato di “un atto gravissimo” e di “un’invasione islamica in atto”, minacciando di rivolgersi direttamente al Ministro dell’Interno.

“Sono convinto – prosegue Don Fidelmo – che la libertà religiosa e di culto, come scritto nella Costituzione, debba essere garantita dallo Stato e dalle amministrazioni locali, anche alle minoranze che vivono nel nostro territorio. Mi auguro – conclude il prevosto - che i canali di dialogo aperti negli anni precedenti possano servire a risolvere per tempo i problemi, anche quelli relativi agli edifici di culto, senza creare tensioni e contrapposizioni, favorendo un contesto di amicizia sociale”.

R. I.