COMO ACQUA – L’appello della Cisl dei Laghi: “Si recuperi il senso di responsabilità”

lunedì, 20 novembre 2017

CANTÙ – A pochi giorni dall’assemblea su Como Acqua, culminata con il respingimento del progetto di fusione per incorporazione delle dodici società partecipate in Como Acqua Srl – e con la possibilità, tuttora non del tutto smentita, che Cantù divenga il comune più penalizzato dell’intera provincia – sul tema è intervenuta anche Adria Bartolich, segretario generale della Cisl dei Laghi.

L'assemblea dei sindaci/soci di Como Acqua non ha approvato la fusione delle 12 SOT per la gestione del servizio idrico integrato a livello provinciale, nonostante l'assemblea dei sindaci  per l'approvazione fosse l'epilogo di un lungo dibattito e di un percorso, durato oltre vent'anni  e quanto mai accidentato. La richiesta di rinvio dell'assemblea (non approvata) e la conseguente bocciatura del Comune di Como, insieme all’assenza di Cantù e Erba, sono state decisive. Si rimette cioè in discussione una decisione già presa la cui finalità era quella di garantire un livello di servizio di qualità ai cittadini, realizzando economie sul piano finanziario e risparmi gestionali con l'accorpamento delle società e aziende di distribuzione dell'acqua, delle quali ben 152 di cui 127 sono gestioni comunali in economia, mentre le gestioni sovracomunali con caratteristiche industriali sono 25. È del tutto evidente che coordinare questa complessità non solo costa per mantenere gli enti, ma allunga i tempi per le decisioni e contemporaneamente aumenta i costi per gli interventi e anche i disservizi, gli sprechi e le perdite. La semplificazione, in questo caso, può solamente giovare ai cittadini.

Ora, dei 105 comuni presenti all’assemblea solo 4 hanno votato contro: Albavilla, Barni , Canzo e Como, mentre hanno pesato i numerosi assenti, molti dei quali in passato si erano espressi favorevolmente alla fusione. Sorvoliamo su cose mai viste, la diffida di un sindaco ai consiglieri comunali e altre faccende francamente un po' strane: prima voto a favore e poi cambio idea ma senza mai dirlo, in Giunta né tanto meno in consiglio; e per finire le perizie della Regione che riguardano materie estranee alle competenze regionali.

Il risultato finale è la brutta immagine della classe politica che ne emerge, francamente imbarazzante. Incerta e nemmeno in grado di assumersi la responsabilità, o di dire   semplicemente che ha cambiato idea. Anche se in vent'anni ha avuto tutto il tempo di farlo prima! Almeno spero che il tema sia questo, perché pensare che si tratti unicamente di uno scontro di potere tra amministrazioni di colore diverso, confermerebbe l'impressione, diffusa tra i cittadini, che la politica semplicemente pensa a sé stessa.

E sarebbe perfino peggio. Certamente questo livello di incertezza non giova ai 153 lavoratori delle società pubbliche del settore che non sanno che fine faranno. Alla politica chiediamo di recuperare il senso di responsabilità che dovrebbe esserle proprio.

 

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