CANTÙ - Presi provvedimenti per i cinque uomini protagonisti di una notte di violenza in piazza Garibaldi a Cantù. All’una e quaranta della notte di sabato scorso, davanti all’ingresso della discoteca Spazio, era infatti scoppiata una rissa che aveva coinvolto almeno cinque persone, tra giovani e adulti, in mezzo a decine di avventori.
La richiesta di aiuto aveva portato sul posto, in pochi minuti, diverse pattuglie: il Radiomobile della Compagnia di Cantù, la Tenenza di Mariano Comense e le stazioni di Cantù e Lurate Caccivio. I militari avevano faticato per riportare la calma e dividere i partecipanti, mentre le ambulanze del 118 soccorrevano i feriti, poi trasportati agli ospedali di San Fermo della Battaglia e Cantù.
Le prognosi hanno oscillato tra i 5 e i 15 giorni, con traumi cranio-facciali, ferite da taglio e policontusioni. Tra i più colpiti, un tunisino irregolare che ha riportato una ferita alla mano con prognosi di 15 giorni, mentre il 42enne italiano coinvolto ha avuto otto giorni per lesioni e contusioni a volto e gamba.
Grazie alle immagini delle telecamere e alle testimonianze raccolte, i carabinieri hanno identificato i protagonisti della rissa. Si tratta di un uomo di 42 anni di Lentate sul Seveso, già noto alle forze dell’ordine, e dei suoi due figli di 20 e 17 anni, entrambi incensurati e residenti a Meda. Con loro, due cittadini tunisini di 25 e 31 anni: il primo irregolare e domiciliato a Cantù, il secondo residente a Cermenate, entrambi con precedenti di polizia.
Tutti e cinque sono stati denunciati a piede libero per rissa. Per il padre e i figli è stata avanzata alla Questura di Como la proposta di foglio di via obbligatorio dal Comune di Cantù, mentre per i due tunisini è stato richiesto il Daspo urbano (Dacur), che vieta l’accesso alle aree della città.
La violenta aggressione, avvenuta in una zona già più volte al centro della cronaca cittadina, ha destato immediato allarme per l’elevato numero di persone presenti e il rischio che la situazione degenerasse ulteriormente. L’impegno dei carabinieri e l’utilizzo del sistema di videosorveglianza hanno permesso di ricostruire rapidamente i fatti e chiudere il cerchio attorno ai responsabili.
Le indagini proseguono per chiarire le cause dello scontro, mentre per uno degli indagati – il tunisino irregolare – si aggiunge anche l’accusa di violazione del testo unico sull’immigrazione.
RedCro
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