CANTÙ – L’avvilimento di Armando Arosio: “Dispiaciutissimo, ma…”

venerdì, 14 luglio 2017

CANTÙ – Tra i dossier aperti sul tavolo dello studio legale Rossi di Carate Brianza - i professionisti a cui si sono rivolti gli amministratori dell’impresa Zanfrini per tutelare i loro affari - uno dei più incandescenti è senz’altro quello relativo al contratto d’appalto stipulato tra il Comune di Cantù e l’impresa amministrata da Armando Arosio, il fratello del Sindaco eletto. Dalle parti di Carate Brianza nessuno ha voglia di parlare, e ci mancherebbe. Dopo aver diffuso la nota fatale contenente il rifiuto di Armando Arosio di rinunciare al proprio appalto, l’avvocato Rossi ha continuato a negarsi per diversi giorni, trincerandosi in un ostinato silenzio da cui non sembra voler più uscire.

Un’atmosfera del tutto simile si respira all’interno della società Zanfrini, dove perfino gli impiegati sembrano essersi immedesimati con l’evidente gravità della situazione. “Abbiamo deciso di seguire una linea ben precisa: non possiamo dire nulla, per le dichiarazioni occorre rivolgersi agli avvocati”, dichiara una delle dipendenti. Per squarciare il velo del silenzio serviva un eccezionale colpo di fortuna, e nella mattinata di venerdì, dopo averlo raggiunto casualmente al telefono, Armando Arosio ha lasciato intendere di star vivendo una situazione tesa, estremamente complicata.

“È una situazione delicatissima, i legali hanno suggerito di non rilasciare alcuna dichiarazione – afferma Armando Arosio; - Siamo dispiaciutissimi per quello che sta accadendo, lo siamo davvero”. E a chi gli chiedeva se lui o il fratello fossero consapevoli del rischio legato all’esistenza del contratto d’appalto, Armando Arosio ha risposto (dopo una pausa eloquente): “Non posso dire nulla”.

Tensione alle stelle, dunque, insieme a un evidente avvilimento per la piega presa dagli eventi. Del futuro di Edgardo Arosio si discuterà il prossimo lunedì, il 17 luglio, quando si svolgerà il primo consiglio comunale della nuova amministrazione. Da quel momento, per eliminare l’incompatibilità, il Sindaco eletto avrà soltanto dieci giorni di tempo. Se il problema dovesse permanere si assisterebbe a un passaggio di poteri a un commissario prefettizio o al vicesindaco – che non è ancora stato designato -, con la prospettiva di tornare al voto nella primavera del 2018 o addirittura nell’autunno del 2017.

R. I. 

 

 

 

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