SOSTENIBILITÀ – Detersivi: alleati di igiene o nemici dell’ambiente?

venerdì, 15 marzo 2024

RUBRICADa anni il dibattito che ruota attorno alla necessità di salvaguardare il pianeta è molto acceso. Tutti noi abbiamo appreso molte informazioni utili e, negli anni, adattato i nostri comportamenti in un’ottica di maggiore responsabilità, tuttavia esistono zone d’ombra che sfuggono al nostro controllo. Una di queste riguarda l’uso, o abuso, di detersivi e detergenti casalinghi: quanto inquinano? Lo abbiamo chiesto a Pasquale Coppolella, consulente aziendale sulla sostenibilità.

Dottor Coppolella che incidenza hanno i prodotti di igiene (detersivi, sgrassatori ecc.) sulla sostenibilità ambientale?

I detergenti tradizionali contengono tensioattivi sintetici, sostanze di origine fossile, come la plastica, che sono altamente inquinanti per le acque, poiché non vengono facilmente biodegradati. Una volta scaricati nei lavandini, questi prodotti finiscono nelle fogne e, di conseguenza, nei fiumi e nei mari. Quando vediamo alla tv o sul web immagini di fiumi con la schiuma, ebbene quelli sono anche gli effetti dei tensioattivi. Contengono inoltre: sbiancanti ottici (soprattutto i detersivi per bucato. Ndr), che possono causare eczemi o dermatosi; conservanti, che sono assai dannosi per la salute in quanto poco biodegradabili, così come i coloranti che servono unicamente a rendere migliore l’aspetto al prodotto una volta lavato; fosfati, addolcitori dell'acqua di lavaggio, capaci di evitare che i tensioattivi vengano sprecati. Essi sono anche alcalinizzanti e in grado di semplificare la dissoluzione dello sporco. Tuttavia, essendo anche nutrienti per la vegetazione, e finendo nei bacini chiusi, potrebbero causare una fioritura anomale e abnorme di alghe, riducendo la quantità di ossigeno.  I detergenti contengono anche sostanze volatili, come l’ammoniaca e l’etanolo e possono causare problemi respiratori e irritazioni agli occhi e alle vie respiratorie. Questi prodotti inoltre rilasciano composti organici volatili nell’aria, che possono creare l’inquinamento atmosferico.

Insomma, senza dubbio tutti i prodotti da lei menzionati sono dannosi per l’ambiente, ma questa non è una sorpresa, poiché la loro pericolosità è riportata sull’etichetta, è sufficiente leggerla. Se vogliamo stilare una classifica di massima direi che i primi posti per danno ambientale e pericolosità per le persone li ricoprono nell’ordine: anticalcare e sgrassatori, perché contengono sostanze particolarmente pericolose e poi vaporizzano, inquinando l’aria di casa; ammorbidente: un mix di sostanze chimiche molto pericolose per la nostra pelle e quindi per la nostra salute. Agisce nell’ultima fase del lavaggio in lavatrice e non viene completamente sciacquato, questo fa si che molte sostanze rimangano intrappolate nelle fibre dei tessuti; candeggina: molto aggressiva e pericolosa per la nostra salute è facilmente respirabile a causa della sua altissima volatilità. Irrita gli occhi, è ustionante per la pelle ed inquina l’acqua causando gravi conseguenze a tutto l’ecosistema. Inoltre, se leggessimo le istruzioni per la corretta pulizia di cucine, rivestimenti e tanti altri mobili, scopriremmo che non va mai usata perché danneggia molti materiali. Insomma ce n’è per tutti i gusti.

Come possiamo ridurre il consumo di questi prodotti?

Sostanzialmente in due modi: utilizzare detergenti ecologici (ne stanno nascendo parecchi e sono facilmente reperibili, anche se mediamente più costosi) e diminuire drasticamente la frequenza di utilizzo. Siamo ossessionati dalla super pulizia e dal senso di omologazione agli standard creati dal marketing. Mi viene sempre in mente la pubblicità martellante anni ‘80 che diceva: “Luisa inizia presto, finisce presto e non pulisce il water”, che creava un senso di colpevolizzazione, spingendoci a comprare prodotti super inquinanti. Senza parlare poi della frequenza di lavaggio.  Quello della frequenza di lavaggio è un tema molto importante per un corretto comportamento sostenibile. Nei tempi moderni ciascun individuo in società evolute ha maturato una forte sensibilità al “senso del pulito” del proprio abbigliamento. La facilità del lavaggio ha favorito l’aumento della frequenza del lavaggio, comportamento fortemente influenzato dalle multinazionali dei detersivi, che hanno convinto i consumatori, con messaggi da “lavaggio del cervello”, che “bisogna lavare i propri vestiti frequentemente”, perfino dopo ogni volta che si sono indossati. Molte pubblicità televisive mostrano mamme intente a lavare vestiti sporchissimi dei propri bambini, lasciando intendere che un buon genitore debba fare il bucato frequentemente.  Questo eccesso di lavaggio è un grosso danno per il Pianeta. A parte l’inquinamento da detersivi di cui abbiamo detto, la lavatrice consuma circa il 17% del fabbisogno idrico di una casa e il 25% delle emissioni di carbonio della vita di un capo di abbigliamento proviene dal lavaggio. Convincere i consumatori che ridurre la frequenza di lavaggio non li rende sporchi e puzzolenti, semplicemente perché elimina solo degli eccessi ingiustificati, dopo decadi di pubblicità che sostiene il contrario, è impresa assai ardua.

In rete vengono esposte alternative naturali: saponi bio, aceto, bicarbonato ecc. Inquinano davvero di meno?

“I metodi delle nonna” che ha menzionato lei sono naturalmente pochissimo inquinanti, proprio perché non entra la chimica e di sintetico non c’è praticamente nulla. Tuttavia possono essere meno efficaci di quelli a cui siamo abituati e quindi scoraggiarne l’uso. Tuttavia negli ultimi anni sono stati immessi sul mercato un numero importante di detergenti ecologici biodegradabili, in grado di proteggere l'ambiente e la salute di chi li usa. I detergenti ecologici sono biodegradabili, creati nel pieno rispetto dell’ambiente e della persona: non sono realizzati con sostanze chimiche artificiali dannose e impiegano, quanto più possibile, materie di origine naturale. A differenza di un detersivo tradizionale, in un detersivo ecologico si trovano: tensioattivi di origine vegetale, piuttosto che quelli derivanti dal petrolio, assenza di sbiancanti ottici, conservanti naturali, indicati in modo chiaro. In genere, si tratta di conservanti come l’etanolo (alcool etilico. Ndr) che fungendo anche da solvente, disgrega lo sporco, oppure di acqua ossigenata (perossido d’idrogeno) che è anche sbiancante, sanificante e antibatterica. Vorrei chiarire subito che la convinzione che i detersivi naturali non disinfettino abbastanza o comunque non puliscano tanto quanto quelli chimici è una bufala. I detergenti ecologici, infatti, hanno la stessa, se non migliore, efficacia dei detergenti tradizionali. Il freno all’utilizzo massivo sta nel fatto che i detergenti ecologici costano di più di quelli tradizionali e, aggiungerei, nell’opera di ostruzionismo delle multinazionali produttrici dei prodotti tradizionali. Se però si decide di acquistare detergenti ecologici, per evitare truffe consiglio di leggere sempre bene l’etichetta per verificare: il grado di biodegradabilità, la certificazione, le istruzioni d'uso e la tipologia delle sostanze contenute in concentrazione superiore allo 0,2%.

S.D.D.

 

 

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