L’OPINIONE – Questa volta Bizzozero ha proprio ragione

mercoledì, 22 giugno 2016

Questa volta il biancorosso sindaco di Cantù ha proprio ragione.

L’unica e vera novità delle recenti elezioni amministrative è stata l’ottima performance ottenuta a Milano da Stefano Parisi.

Nonostante il timore di alcuni, la deriva lepenista della Lega e di Matteo Salvini non ha certo portato quei risultati che gli atteggiamenti sfrontati ed un po’ bauscia del suo leader si aspettavano. Anzi, la pervicacia con la quale i leghisti si sono intestarditi a ripercorrere i temi dell’anti-europeismo e la difesa ad oltranza della ridotta anti-immigrazione si sono rivelati un flop abbastanza clamoroso. Il risultato è che, oggi, la Lega non è più al governo in nessuno dei capoluoghi di provincia della Lombardia. È pur vero che, come si dice, “nemo profeta in patria”, ma nessuno si sarebbe immaginato che le elezioni amministrative ci avrebbero riconsegnato una Lega così mal ridotta.

Una volta passata la buriana della prima settimana del dopo voto e dopo che i risultati elettorali potranno essere esaminati in maniera meno superficiale, non ci si potrà non accorgere che anche quello che, oggi, viene celebrato come il clamoroso successo dei M5S sia tutto sommato da considerare null’altro che un risultato del tutto effimero ed occasionale.

Effimero perché è dipeso in tutto e per tutto da una situazione tale per cui si sono riversati sui candidati pentastellati tutti i voti anti-Renzi disponibili, in particolare laddove la destra non è riuscita a piazzare un proprio candidato al ballottaggio. Torino e il Piemonte sono sintomatici di questo dato: i voti “anti” Renzi hanno punito una buona amministrazione a vantaggio della candidata dei cinquestelle e del suo programma un po’ confusionario ed ondivago che ieri era decisamente anti-TAV, oggi un po’ meno e domani non si sa.

Occasionale perché, come a Roma, il Pd, a causa delle divisioni e della lotta fra le consorterie che governano il partito in quella città, non è riuscito o ha tardato oltremisura a scindere le proprie dalle altrui responsabilità ed a smarcarsi da un apparato burocratico gravemente affetto da corruzione e clientelismo. A ciò si è aggiunto, anche in questo caso, il decisivo apporto dei voti della destra che ha concesso i suoi voti al candidato anti-sistema presente ed al suo programma un po’ velleitario ed improbabile fra reddito di cittadinanza e funivie per eliminare il traffico.

A Milano Parisi ha conteso la vittoria a Beppe Sala fino all’ultimo ottenendo un inaspettato successo personale a dispetto di una coalizione che lo ha mal sopportato fin dall’inizio e lo ha accettato solo a causa del fatto che mancava una qualsiasi alternative credibile. Parisi è una persona per bene e tutt’altro che disponibile a mettersi a disposizione della destra populista e un po’ cialtrona così come ad interpretare la parte della foglia di fico del declinante berlusconismo.

Insomma potrebbe davvero diventare una specie di Eugenio Corbetta del XXI secolo, per fare il paragone con uno di noi, ed incarnare quella destra liberale e liberista, un po’ “british”, di cui il sistema politico italiano ha tanto bisogno.

Enzo Marelli

 

 

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