IL “GIUSTO” – Giorgio Perlasca, il ricordo del “magnifico impostore”

mercoledì, 27 gennaio 2016

Giorgio Perlasca

Giorgio Perlasca in una immagine degli anni '40

COMO - Via Ferrari a Como. Quella che termina - oggi - con il parcheggio dell'Ospedale Valduce e con la confluenza in via Dante. Qui, in quello che all'epoca era il numero 19, nacque Giorgio Perlasca. Erano le 3.30 del 31 gennaio del 1910.  Ha visto la luce proprio sul Lario l'uomo che nel corso della Seconda Guerra Mondiale a Budapest, capitale dell'Ungheria, salvò oltre 5mila ebrei fingendosi diplomatico spagnolo e firmando per loro salvacondotti falsi che evitarono la deportazione nei campi di concentramento.

Un ricordo doveroso, quello di Perlasca, nel "Giorno della Memoria", oggi,  in cui vengono ricordate le vittime dell'Olocausto. Nato a Como,  dall'età di due anni  è vissuto  a Padova, dove la sua famiglia si era trasferita per motivi di lavoro. Una storia sempre attuale la sua, rimasta per decenni nascosta.

Ambasciata Spagna Budapest

L'ambasciata spagnola a Budapest, ai tempi della Seconda Guerra Mondiale il riferimento per gli ebrei che cercavano di sfuggire alle deportazioni

Al rientro dall'Ungheria, infatti, Perlasca - che è morto il 15 agosto del 1992 nella città veneta - non ha mai parlato della sua vicenda e di quello che aveva fatto in Ungheria. Non l'ha raccontato né alla moglie Nerina né al figlio Franco, che l'ha scoperto per caso, esattamente nel 1988.

Zingaretti

Luca Zingaretti nel film "Un eroe italiano", dedicato a Giorgio Perlasca

I fatti sono stati raccontati in un film di successo che ha avuto come protagonista Luca Zingaretti: nel periodo della Seconda Guerra Mondiale Giorgio Perlasca era stato mandato in Ungheria per conto della ditta Saib, che operava nell'importazione di bovini. Abile nel costruirsi buone relazioni, per aver combattuto nella Guerra civile spagnola riuscì ad avere un passaporto del Paese iberico e iniziò a collaborare con l'ambasciatore Angel Sanz Briz per salvare gli ebrei di Budapest, che rischiavano di essere deportati nei campi di concentramento.

 

Busto Giorgio Perlasca

Il busto dedicato a Giorgio Perlasca davanti all'Istituto di Cultura Italiana di Budapest

Ma nel novembre del 1944 Sanz Briz lasciò il Paese magiaro e in teoria questo gesto avrebbe dato via libera alle operazioni di cattura degli ebrei da parte delle Croci Frecciate ungheresi, alleate dei nazisti. A quel punto, accreditandosi da solo nei vari ministeri, Giorgio Perlasca si autoproclamò nuovo responsabile diplomatico spagnolo in città e con questo ruolo - per cui è stato soprannominato "magnifico impostore" - firmò una lunga serie di salvacondotti dichiarando l'origine iberica  di migliaia di ebrei, salvandone più di 5.000, che erano stati fatti rifugiare nelle cosiddette "case protette". Grazie ai suoi sforzi riuscì anche a fermare il programmato incendio del ghetto della capitale ungherese.

Perlasca Sinagoga Budapest

Giorgio Perlasca ricordato nel "Memoriale dei Giusti" nel giardino della Sinagoga di Budapest

Alla fine della Guerra, poi, con la conquista della città da parte dell'Armata Rossa, Perlasca tornò in Italia in maniera rocambolesca e fino al 1988 visse in maniera per così dire "normale". Poi, a Budapest, alcuni superstiti cominciarono a cercare il console "Jorge Perlasca", e  alla fine rintracciarono Giorgio Perlasca... "Un tranquillo pensionato di Padova", come spiega il figlio Franco nelle conferenze che tiene in tutta Italia. Un pensionato che non aveva raccontato a nessuno questa storia.

Lo stesso Franco - che sabato scorso era a Meda, dove ha inaugurato una mostra di foto dedicata al padre, aperta fino al giorno 30 in "Medateca"  -  ha raccontato: "Era il 1988. Mi era stato detto che sarebbe venuta a trovarci a casa una signora ungherese. Lei è arrivata e ha iniziato a raccontare quello che era successo. Io che non sapevo nulla, prima pensai di aver capito male, poi rimasi sconvolto per quello che avevo sentito".

Giorgio Perlasca Francesco Cossiga

Giorgio Perlasca con l'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga

E da quel giorno tutto cambiò. Cominciarono le interviste, la pubblicazione di libri e soprattutto arrivarono importanti riconoscimenti pubblici.  Prima della sua scomparsa, Giorgio Perlasca in Israele ha ricevuto il riconoscimento di "Giusto fra le Nazioni". E' stato inoltre premiato con le più importanti onoreficenze di Ungheria e Spagna. Negli Stati Uniti ha posato la prima pietra del Museo dell'Olocausto di Washington. In Italia è stato nominato Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica e ha ricevuto la medaglia d'oro al merito civile.

Istituto Italiano Cultura Budapest

L'Istituto Italiano di Cultura a Budapest, che Perlasca era solito frequentare

Numerose vie e scuole sono state dedicate a Giorgio Perlasca nel nostro Paese - sembrerà incredibile ma a Como, dove è nato, questo non è ancora successo - mentre nel resto del mondo si possono segnalare il suo busto davanti all'Istituto di Cultura Italiana di Budapest (che era solito frequentare); sempre nella capitale ungherese porta il suo nome un istituto turistico. In Israele si chiama Perlasca un bosco con 10mila alberi; una stele lo ricorda nel Museo Yad Vashem a Gerusalemme, che tramanda la storia del popolo ebraico durante la Shoah.

La frase che lui ripeteva, e con cui si può concludere questo ricordo, è quella che diceva: "Vorrei che i giovani si interessassero a questa mia storia unicamente per pensare, oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e sapere opporsi, eventualmente, a violenze del genere".

Perlasca Carnago

Una recente - affollatissima - conferenza di Franco Perlasca, figlio di Giorgio, a Carnago, in provincia di Varese

Per approfondimenti si possono leggere i libri "L'impostore" (editore Il Mulino, con i diari di Perlasca a Budapest), "La banalità del bene" di Enrico Deaglio (Feltrinelli) e "Giorgio Perlasca-Un italiano scomodo" di Dalbert Hallenstein e Carlotta Zavattiero (Chierelettere). Il figlio Franco ha creato una Fondazione che ha come sito ufficiale www.giorgioperlasca.it e che si può anche trovare su Facebook. Proprio attraverso i social è possibile conoscere il calendario degli incontri e delle iniziative legate a questo grande personaggio.

Budapest

La delegazione italiana che a fine 2013 presentò a Budapest la guida "Sulle orme di Giorgio Perlasca". Nel gruppo, tra gli altri, Franco Perlasca, la moglie Luciana e il giornalista comasco Massimo Moscardi

Tra le iniziative c'è una anche guida della capitale ungherese con tutti i luoghi della città legati a Perlasca, creata con le foto del giornalista lariano Massimo Moscardi, che per il "Corriere di Como", nel 2011, per primo ha ripercorso le orme del "Giusto" documentando in un reportage tutti i posti, ancora esistenti, in cui si era mosso e aveva svolto la sua opera di salvataggio degli ebrei. Una guida (in italiano, ungherese e inglese) che è un riferimento soprattutto per gli istituti scolastici che organizzano le loro gite a Budapest.

 

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)