‘NDRANGHETA – Il Comune di Cantù vuol fare causa ai boss per i “danni d’immagine”

mercoledì, 29 gennaio 2020

CANTÙ - Cambio di direzione da parte dell'amministrazione comunale di Cantù sul fronte della 'ndrangheta - oggetto di processi per la strabordante presenza in città ma finora "ignorata" da piazza Parini, specie quando il municipio cittadino decise di non costituirsi parte civile nei confronti dei capibastone della mafia calabrese "padroni" della piazza canturina. E quando al tribunale di Como nove boss o sapiranti tali si beccarono più di un secolo di carcere - nel silenzio del Comune - la stessa Alessandra Dolci, guida della Dia di Milano, criticò senza giri di parole quella scelta, parlando di un "bruttissimo segnale, il fare finta di niente tipico fino a qualche anno fa di alcune realtà siciliane".

La svolta è da attribuire alla sindaca Alice Galbiati, che ha promosso un contatto con i legali dell’associazione 'Libera', con l'intenzione di attivare una azione civile di risarcimento danni nei confronti dei nove mafiosi condannati (tra i quali Morabito, De Pretis, Domenico Staiti e altri), in particolare per il danno d'immagine procurato alla comunità canturina.

Galbiati ha risposto in questo senso al capogruppo del centrosinistra in consiglio comunale Vincenzo Latorraca, latore di accuse contro l'immobilismo del Comune rispetto alla ‘ndrangheta in città.

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