BOLOGNA - Tifosi Canturini e bolognesi tutti uniti nel ricordo di Enrico "Chicco" Ravaglia. Perché il destino ha voluto che mercoledì 23 dicembre si incontrassero Virtus Bologna e Pallacanestro Cantù. Proprio il 23 dicembre del 1999 il giovane play della formazione brianzola perse la vita in un incidente nei pressi dell'uscita autostradale di Piacenza Nord.
Poche ore prima "Chicco" Ravaglia si era reso protagonista di una gara fantastica contro Reggio Emilia, trascinando Cantù alla vittoria in un palasport Pianella ebbro di gioia: per lui 23 punti e una esultanza prolungata a fine partita con i tifosi della curva. Una esultanza che per lui era una liberazione perché quella sera aveva dimostrato a tutti, e soprattutto a se stesso, di essere tornato un atleta vero, dopo che un brutto infortunio ne aveva messo a rischio la carriera. E lo aveva dimostrato davanti a "Dado" Lombardi, allenatore all'epoca di Reggio, che qualche mese prima lo aveva testato e aveva messo in dubbio il fatto che potesse tornare a giocare ad alti livelli.
A DESTRA
Il compianto giocatore
in una foto tratta dal libro
“Enrico Ravaglia… per sempre”,
pubblicato qualche anno fa
per ricordare lo sfortunato play
scomparso a soli 23 anni
C'erano, insomma, tutti gli ingredienti per essere felici. Ravaglia, giustamente, lo era. E mentre la squadra, all'epoca allenata da Franco Ciani, stava festeggiando la vittoria e il vicino Natale lui aveva deciso di fare un blitz a casa sua a Imola. "E' da tanto che non torno - aveva detto uscendo dal palazzetto - Finalmente ora posso farlo". Invece il destino ha voluto diversamente, con l'incidente nei pressi di Piacenza, con l'auto e il corpo senza vita trovati nei campi a fianco della carreggiata la mattina successiva.
Aveva tanti amici Enrico "Chicco" Ravaglia, nel mondo del basket e a Cantù. In Brianza era arrivato da pochi mesi, una scommessa personale del presidente Francesco Corrado, che aveva deciso di dargli fiducia. Una fiducia che il 23enne giocatore stava ripagando. Ma, ed è ciò che più conta, a Cantù si era fatto apprezzare soprattutto come persona. Lo stesso Corrado ha sempre ammesso che la vicenda-Ravaglia è stata per lui un cruccio, il momento più pesante della sua gestione. Ed è stato costantemente vicino ai suoi genitori.
Cantù, dopo quella tragica notte, ha ritirato la maglia numero 6, quella di "Chicco", che campeggia al Pianella assieme ai drappi con i tanti trofei vinti dal club e alla casacca di Pierluigi Marzorati. Per Ravaglia non mancano mai striscioni e cori. L'ultimo, prolungato e sottolineato da un lunghissimo applauso, domenica scorsa durante la sfida vinta dalla Vitasnella contro Trento. Ieri come oggi, il suo ricordo rimane indelebile.
A "Chicco" è stato dedicato un bel libro "Enrico Ravaglia per sempre", scritto da Filippo Nanni con la collaborazione di Simone Giofrè. Nella prefazione il grande Predrag Danilovic, che dello sfortunato giocatore era compagno di squadra alla Virtus Bologna, ma soprattutto amico scrive: "Era allegro, simpatico e decisamente fuori di testa. Mi vedeva come un fratello maggiore, ma io lo consideravo adulto per la sua
voglia di arrivare, per la sua determinazione e per il fatto che era cresciuto in fretta come me".
Gianmarco Pozzecco, che con Ravaglia aveva militato a Varese, nella sua prefazione dice: "Rimasi colpito dalla sua allegria, dalla simpatia, da come riuscisse ad essere estroverso e a sentirsi a suo agio pur essendo il più giovane in mezzo a un gruppo di persone per lui del tutto nuove".
"La sua verve e la sua simpatia conquistarono tutti - racconta invece Antonello Riva, nel ricordo del suo breve periodo canturino - a "Chicco" diventò l'elemento fondamentale per la nostra squadra. Fu grazie a lui che dieci estranei diventarono un gruppo".
Si diceva, all'inizio, del destino che il 23 dicembre ha messo di fronte proprio Bologna e Cantù (sul parquet alle 20.30). Perché la Virtus è stata la squadra che, dopo gli esordi nell'Andrea Costa Imola, lo ha lanciato verso la carriera cestistica. E quella brianzola è stata, purtroppo, la sua ultima formazione. A rendergli onore ci saranno i tifosi delle due formazioni, per una sera uniti al di là della loro rivalità, visto che si tratta di due società che vantano una solida e forte tradizione. E non mancheranno Roberto e Morena, i genitori di "Chicco", che lo seguivano in tutte le partite e anche quel tragico 23 dicembre del 1999 erano al suo fianco al palasport Pianella.