C’È ROSSO E ROSSO – Quel contrappasso di “Alè! Ottobre Rosso, alè!”…

martedì, 4 ottobre 2016

A chiunque è capitato, nel corso della vita, di essersi trovato di fronte ad un caso, ad un fatto, ad una scelta, ad una circostanza, la cui soluzione rendeva necessario affrontare preventivamente un problema di ordine morale.

L’animo umano, di fronte a questi casi, soffre, si agita, si arrovella, si pone delle domande senza peraltro raggiungere mai la certezza che una scelta piuttosto che un’altra sia quella migliore, quella più giusta, quella sicuramente capace di sciogliere ogni incertezza, di placare ogni dubbio.

Molto spesso la risposta sbagliata alla vexata quaestio che sta all’origine di questi casi controversi può trasformarsi in tragedia nel momento in cui ci si accorge di aver effettuato la scelta sbagliata oppure può scatenare tormentate quanto strazianti considerazioni piene di “se” e di “ma” quando, pur avendo scelto ancorché con poca convinzione, ci si attarda ad chiedersi se non fosse stato meglio optare per la strada opposta.

Questa è la tragedia che si sta vivendo a Cantù: “To be, or not to be, that is the question”.

Infatti sia il Sindaco departitizzato della città che l’Onorevole deputato eletto a Cantù benché amino giocare a detestarsi a vicenda ed abitualmente improvvisino contese sanguinose, duelli all’arma bianca, cruente discussioni e feroci dispute, vanno invece normalmente a braccetto almeno su due cose: una profonda avversione per coloro che, con linguaggio quarantottesco ed un po’ d’antan, chiamano i “rossi” ed il tifo per la squadra cittadina di basket.

Anzi, come i peggiori esponenti politici di quella “Itaglia” che affermano di detestare, si spendono in lungo e in largo pur di guadagnare la benevolenza dei supporters più caldi del tifo canturino.

Si dà il caso però che il nuovo proprietario della squadra abbia deciso di farla sponsorizzare da un’azienda russa di sua proprietà. Si tratta della storica fabbrica “Ottobre rosso”, un impianto siderurgico che venne così chiamato dai bolshevichi durante la Rivoluzione comunista del 1917 e che tanta parte ebbe nello sviluppo economico della Russia Sovietica tanto da essere insignito dell’Ordine di Lenin e dell’Ordine della bandiera rossa del lavoro: quanto di più “rosso” e “sovietico” esista al mondo.

Date le circostanze, sia il Sindaco departitizzato che l’Onorevole Besogn sono caduti in depressione perché moralmente lacerati fra l’opposta idea di ripudiare la propria squadra del cuore o subire la legge del contrappasso ed essere giustamente condannati ad inneggiare ai tanto vituperati “rossi” ed alla aborrita “rivoluzione russa”.

Speriamo con tutto il cuore decidano per la seconda ipotesi perché sarebbe assolutamente impagabile l’idea di vederli l’uno accanto all’altro sulla tribuna del Palazzetto di Desio scandire come un sol uomo l’epifonema del tifo canturino: “Alé! Ottobre rosso, alé!”.

Enzo Marelli

 

 

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