TARI 2021 – Il Comune:”Aumento difficile ma imprescindibile, compensato da riduzioni”

martedì, 16 marzo 2021

CANTÙ - L'amministrazione comunale, come noto, ha ormai predisposto il Bilancio di Previsione per le annualità 2021 – 2023, caratterizzandolo con un elevato livello di servizi a favore del cittadino.

Tra le tante novità introdotte, purtroppo, è stato obbligatorio inserire anche un aumento delle tariffe della Tassa Rifiuti-TARI 2021 che, per le utenze domestiche, comporterà un aggravio della spesa del 17,88%, sulla parte fissa legata ai metri quadrati dell'abitazione, e del 14,57%, sulla parte variabile legata ai componenti del nucleo famigliare, per un aumento medio del 16%.

"È stata una scelta difficile e obbligata dalla normativa in vigore – esordisce il vicesindaco e assessore alle Attività Economiche, Giuseppe Molteni – La metodologia dei costi standard indica, infatti, che un Comune come Cantù dovrebbe spendere per il servizio rifiuti 6.256.046 euro. Il posizionamento del costo unitario della nostra città, invece, è inferiore del 42% rispetto al costo standard, con un notevole risparmio per le utenze che non andrà azzerandosi, nonostante l'aumento in vigore da quest'anno".

Il riequilibrio sulla TARI 2021 è compensato in parte, quindi, dai notevoli benefici ottenuti nel corso degli ultimi anni dalle Utenze del Comune di Cantù, con un PEF notevolmente ridotto rispetto a quello standard.

"Tutto questo è stato possibile grazie ad un appalto affidato nell'anno 2013 con notevole ribasso – spiega Molteni – si tratta di costi oggi assolutamente fuori mercato e non più ottenibili".

La recente gara di appalto, non più procrastinabile, ha comportato un aumento dei costi, oggi quantificati in 4.377.842 euro. L'applicazione integrale di questi ultimi ha condotto ad un aumento tariffario importante.

"Non abbiamo potuto gravare meno sulle famiglie e sulle attività economiche canturine. Il notevole incremento dei costi di smaltimento rifiuti derivato dal nuovo appalto ha, infatti, richiesto sostanziosi".

Per quanto riguarda le utenze non domestiche, gli aumenti oscillano, in media, tra il 15,80% e il 17,90%.

Nel fissare i coefficienti della Categoria 11 - agenzie e uffici- e della Categoria 12 - banche, istituti di credito e studi professionali- si è tenuto conto che, dopo l'entrata in vigore dell'articolo 58 quinquies della Legge 124/2019 (che ha operato lo spostamento degli studi professionali dalla categoria 11 alla 12), era necessario un riequilibrio in considerazione della sostanziale identità del rifiuto prodotto dalle due categorie.

"Anche il mio studio privato rientra tra le categorie che subiranno l'aumento – conclude Molteni – mi rendo conto, quindi, di quanto questi aumenti possano pesare sulle tasche dei cittadini e, ribadisco, si è trattato di una scelta davvero obbligata che abbiamo cercato subito di compensare con riduzioni sul Canone Unico Patrimoniale e sull'addizionale IRPEF".

 

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