MOSCHEA – “I musulmani non possono fare ciò che vogliono, serve chiarezza”

lunedì, 29 maggio 2017

CANTÙ – Le discussioni relative all’utilizzo del capannone di via Milano sono destinate a tener banco ancora per qualche settimana – all’interno dell’edificio, infatti, alcuni musulmani avrebbero dato vita a una vera e propria moschea abusiva – e in queste ore il tema è tornato prepotentemente d’attualità grazie ad Alessandro Brianza, capogruppo della Lega Nord in Comune, il quale (insieme a Nicola Molteni e a Edgardo Arosio) ha organizzato una conferenza stampa per spiegare nel dettaglio gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda. In occasione del Ramadan, infatti, l’associazione islamica Assalam avrebbe richiesto l’autorizzazione per un utilizzo temporaneo del capannone con lo scopo di organizzarvi delle preghiere serali, ma dal Comune non sarebbe ancora pervenuta nessuna risposta.

“Fino a quando non giungerà una risposta dal Comune – spiega Alessandro Brianza – all’interno del capannone si potranno svolgere soltanto attività artigianali. Ma sabato sera mi sono recato personalmente in prossimità dell'edificio di via Milano, e ho assistito al raduno di cento o duecento persone. L’amministrazione comunale si è dimostrata inerte, tanto più che uno dei loro candidati, il vicepresidente dell’associazione Assalam, avrebbe affermato che “i musulmani possono fare quello che vogliono”. La nostra domanda è chiara: le regole valgono soltanto per i canturini?”.

Durissimo anche il deputato Nicola Molteni: “Il candidato sindaco di Lavori in Corso ha affermato che i musulmani hanno diritto a un luogo di culto, ma la verità è che senza le necessarie intese con lo Stato i musulmani non hanno diritto a un bel niente. Il capannone di via Milano andrebbe sigillato, su questo non v’è alcun dubbio. Abbiamo già avvisato la Questura e il Ministero dell’Interno, e vorremmo avere maggiori delucidazioni anche sul tema dei finanziamenti: da dove provengono quegli 800mila euro utilizzati dall’associazione per l’acquisto del capannone?”.

In caso di elezione, il candidato sindaco Edgardo Arosio ha assicurato di voler “firmare un’ordinanza di chiusura del capannone, per tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico della città”. Secondo Arosio, infatti, “tutti sono liberi di pregare, ma occorre seguire certe regole”. E un dirigente del dipartimento urbanistico del Comune, raggiunto al telefono in mattinata, ha confermato che “ogni utilizzo dell’immobile, anche per un periodo limitato, deve essere compatibile con lo strumento urbanistico, deve essere conforme al regolamento”.

R. I.

 

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