MOSCHEA – Il Comune: “Strumentalizzata la libertà di culto”

sabato, 3 dicembre 2022

CANTÙ - Riceviamo e pubblichiamo la posizione del Comune di Cantù in merito alla manifestazione organizzata dall'Associazione Assalam in data odierna.

In merito alla manifestazione organizzata dall'Associazione Assalam in programma sabato 3 dicembre, la posizione dell'Amministrazione Comunale è così riassunta.

In nessuna sede ed in nessuna circostanza è stata messa in discussione la libertà di culto di alcuno, non è compito né volontà di questa Amministrazione entrare in un dibattito che, per sua stessa natura, non le è proprio.

Nel caso di specie, tuttavia, la libertà di culto è strumentalmente utilizzata per confondere il piano della discussione e giustificare la violazione della Legge italiana. Ciò ovviamente non è accettabile.
Come non è accettabile quanto affermato dal legale dell'Associazione - nonché consigliere Comunale di minoranza - secondo il quale l'Amministrazione negherebbe all'Associazione il diritto di culto.

Per quanto si provi opportunisticamente a trasporre il caso dal piano giudiziario a quello del principio, la Legge italiana ed il suo rispetto - in questo caso mancato – devono necessariamente essere il punto di partenza di ogni considerazione in merito alla vicenda.

A questo proposito giova ricordare che il Tar Lombardia nel 2018 ed il Consiglio di Stato nel 2021 hanno decretato in via definitiva che l'Associazione culturale Assalam utilizza abusivamente il capannone di Via Milano come luogo di culto, contrariamente a quanto previsto dalle destinazioni d'uso consentite.

La giustizia ha altresì espressamente riconosciuto che l'azione comunale non ha in alcun modo violato il principio costituzionale di laicità dello Stato e di rispetto della libertà religiosa, in quanto la sanzione imposta prescinde dalla tipologia di confessione religiosa, punendo invece l'Associazione Assalam per l'utilizzo abusivo di un bene per uno scopo diverso da quello autorizzato dalla legge.

In tale fattispecie la sanzione prevede anzitutto la cessazione dell'utilizzo abusivo dell'immobile, e, laddove questa non fosse ottemperata - come nella specie avvenuto - l'irrogazione di una sanziona pecuniaria e l'acquisizione gratuita dell'immobile illecitamente utilizzato.

È bene poi ricordare che l'Ente comunale non può sottrarsi all'applicazione di tali sanzioni, pena l'inerzia e la disapplicazione - illegittima - di una previsione di legge.

Se questo non fosse ancora sufficiente, ogni dubbio viene fugato dal Consiglio di Stato, il più alto organo di Giustizia Amministrativa, che nella pronuncia del 2021 chiarisce "una volta che è stato accertato il comportamento abusivo, la norma non consente più una discrezionalità da parte della pubblica amministrazione, dovendo l'ente locale applicare la sanzione tipizzata dal legislatore".

Ma c'è di più.

L'atto comunale con il quale è stato accertato l'utilizzo abusivo dell'immobile e che ha avviato l'iter giudiziario è stato assunto nel 2017 sotto l'Amministrazione Lavori In Corso e molti degli esponenti di quell'Amministrazione sono oggi, a vario titolo, coinvolti a supporto dell'Associazione Assalam.

Al di là del pasticcio politico-ammistrativo fatto da chi oggi se ne lamenta, nonché delle spese giudiziarie cui il Comune ha dovuto far fronte in questi anni, cosa ci dimostra questo?
Che l'Ente pubblico è chiamato a far rispettare la legge, indipendentemente dalla sensibilità politica che in quel momento lo amministra.

La manifestazione di sabato, pertanto, pur legittima in termini generali, si configura come la strumentalizzazione di un diritto, quello alla libertà di culto, per tentare di legittimare ciò che legittimo non può essere: la violazione della Legge italiana.

Il Sindaco
Avv. Alice Galbiati

 

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