AUTOVELOX – La proposta del Pd. Bianchi: “L’obiettivo è la scurezza”

sabato, 21 maggio 2016

CANTÙ - Si tratta indiscutibilmente del tema del momento. Gli autovelox. "Come dare un senso a questi autovelox?" si chiedono dal Pd. "Dato che tutti siamo ormai costretti a percorrere a 50 km/h strade poco frequentate da pedoni e costeggiate da prati, pena una multa dai 40,00 euro (se si riesce a stare nel limite dei 56 km/h) ai 160,00 euro (se si procede a 70 km/h), con la decurtazione di tre punti sulla patente. La risposta è: non in questo modo” spiega Roberto Bianchi.
proposta autovelox pd
"Il Comune ha posizionato gli apparecchi lungo le direttrici “più veloci di Cantù", soprattutto quelle con il traffico in entrata e in uscita più intenso - analizza l'esponente dem -. Tutte le strade interessate da questa operazione sono fuori dal centro urbano (tranne che per due dispositivi), hanno una sezione molto ampia e sono costeggiate da prati o slarghi che ampliano la visuale all'autista garantendo una maggiore sicurezza nella percorrenza anche ad una velocità di poco superiore ai canonici 50. Inoltre sono strade di “attraversamento”, cioè utilizzate dai lavoratori per spostarsi e dai cittadini per recarsi ai centri commerciali. Queste condizioni fanno sì che il piano per la sicurezza stradale, assolutamente legittimo e con un obiettivo condivisibile, non consideri minimamente la zona del centro storico, ma anzi appaia solo una scusa per mettere in difficoltà gli automobilisti che ogni giorno attraversano la città. Puntare tutta la propria azione di controllo su assi così nevralgici per il trasporto locale non è che un modo per far cassa, per imporre una sorta di ulteriore tassa ai cittadini che certamente non ne hanno bisogno, mentre niente migliora in termini di sicurezza".

Il sindaco si lamenta delle critiche e chiede proposte costruttive. E il Pd canturino non si tira indietro. "Premesso che ormai la spesa è stata fatta (14.000 euro ad apparecchio), le colonnine ci sono e non si può ripartire sempre da zero e distruggere tutto ciò che è stato fatto fino ad ora buttando risorse al vento - spiega -, proponiamo di spostare tutte le colonnine, posizionandole nei luoghi dove veramente servono, trasformando un grosso problema e disagio dei cittadini in un’opportunità. Come si vede nella mappa a destra, la proposta è quella di cambiare approccio, passando dall’anello viabilistico perimetrale della città a punti strategici interni: nei vari poli urbani storici, nei suoi accessi, nei punti critici".

Tre autovelox sono in pieno centro alle frazioni, uno a Cantù Asnago, uno a Cascina Amata e uno a Vighizzolo, in Piazza Piave (le ultime due già previste), due sono a ridosso di altrettante scuole pubbliche in punti ad alto rischio di incidente ed investimento, cioè in via Fossano (scuole Anzani) e via Giovanni XXIII (liceo, geometri e piscina). Le ultime cinque sono poste agli ingressi del centro città in zone in cui le strade si restringono ed inizia l’area storica come in via Vergani, via per Alzate (a ridosso dell’incrocio “quattro strade”), via Carcano (vicino a Piazza San Rocco) e via Milano (parte alta).

"In quei punti le auto sono già, in modo naturale, portate a rallentare perché la strada è stretta, vi sono delle abitazioni a ridosso del ciglio e un buon numero di pedoni - prosegue Bianchi -. Quindi chi eccede e raggiunge anche i soli 60 km/h diventa, in questo caso sì, un vero pericolo per la sicurezza dei cittadini, ed è pienamente colpevole, senza discussioni, e meritevole della sanzione. Questa proposta ha un approccio totalmente diverso da quello del sindaco. Egli parte dall’idea che tutti gli automobilisti siano da criminalizzare, dei potenziali pericoli pubblici. Noi partiamo dall’idea che serve aumentare la sicurezza stradale nei punti dove c’è pericolo reale per i cittadini, nelle zone frequentate dai nostri figli per andare a scuola o per frequentare il centro città, e lì davvero occorre scoraggiare i cattivi guidatori. Siamo consci che con questa simulazione si guadagnerebbe l’80% in meno in multe, ma i cittadini non vanno considerati come bancomat dell’amministrazione: l’obiettivo è la sicurezza stradale, nient’altro".

 

 

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