8 MARZO – Non solo mimose, regaliamo rispetto

lunedì, 8 marzo 2021

Anche quest’anno è arrivato l’8 marzo con il corredo di post sui social, mimose, torta mimosa e proclami che spaziano dal “viva le donne” a “le donne sono meravigliose”, una bolla che ondeggia tra il trash e l’ipocrisia con rari sprazzi di slanci sinceri da parte di coloro che credono davvero nel valore della donna nella società.

Partiamo subito con i dati negativi: i numeri dei reati di femminicidio sono alti, importanti, tragici e in tanti, tantissimi casi, gli autori del delitto sono uomini vicini alla vittima, peggio ancora che sono stati amati dalla vittima.

Ex fidanzati, ex mariti, partner gelosi, amici respinti.

Ora le buone notizie: un passo importante e decisivo è stato fatto con la Legge Codice Rosso approvata del 2019 recante "Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere", sostanzialmente pene più severe, prolungamento dei tempi per sporgere denuncia, condanne importanti per il reato di sfregio e tempi di giustizia più rapidi perché  la polizia giudiziaria, una volta acquisita la notizia di reato, deve riferire immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale e quest’ultimo, entro 3 giorni, deve assumere informazioni dalla vittima o da chi ha denunciato.

Però, però, però.

La violenza sulle donne, reato grave e codardo insieme, va innanzitutto prevenuta e finché questo passaggio non sarà effettuato non cesserà: si tratta di un cambiamento radicale che coinvolge la società tutta e che richiede l’impegno di tutti.

Sono tanti i pregiudizi e i comportamenti offensivi che colpiscono le donne ma ne voglio sottolineare uno in particolare perché molto insidioso, ovvero l’idea che una donna debba avere un compagno per stare bene, per avere valore. Un concetto promosso ancora oggi, nel 2021, da entrambi i sessi, senza distinzione.

Intendiamoci: l’amore è una benedizione ed è sacrosanto cercarlo ad ogni età e luogo, ma se l’assenza di un partner diventa una forma di derisione ed esclusione allora non è una benedizione, ma un’arma in più data in mano a chi le donne non sa amarle.

L’emarginazione conduce spesso a stati depressivi e se una donna è in un periodo emotivamente fragile, o poco consapevole e strutturata, il rischio di sentirsi sbagliata è alto e questo può condurre a non scegliere il partner giusto ma, per dirla alla Mia Martini, il primo che ti capita e che ti dice una bugia.

Una bugia che dapprima si manifesta con atteggiamenti svilenti, che disintegrano l’autostima, poi diventa manipolazione, sottomissione, violenza e omicidio.

Una società sana è una società di donne libere e consapevoli, con o senza un partner, con o senza figli, che condanna e non giustifica chi, questa libertà, vuole calpestarla. Una società sana educa i figli ad amarsi, educa alla parità tra uomo e donna.

Allora se vogliamo davvero festeggiare la donna, dobbiamo cambiare la nostra percezione degli avvenimenti, non regaliamo solo mimose ma impariamo a chiamare le cose con il nome appropriato.

Se a un colloquio di lavoro una donna viene scartata perché desidera dei figli non è professionalità è discriminazione.

Se un uomo collabora nelle faccende domestiche e nella cura dei figli non è sottomesso, è un uomo maturo e responsabile.

Se un partner svilisce la propria compagna non è un bravo ragazzo che ogni tanto ha la luna storta, è un uomo problematico e va lasciato.

Se un uomo sminuisce la donna al suo fianco continuamente, paragonandola ad altre donne che sono sempre migliori di lei, non è un gioioso farfallone ma un manipolatore che cerca di sottometterla e va lasciato.

Se un uomo alza le mani su una donna o distrugge il suo equilibrio psicologico non è stressato, è un criminale da denunciare.

Se una donna decide di lasciare un uomo perbene ha il diritto di farlo.

Se una donna decide di lasciare un uomo violento ha il diritto non solo di farlo ma anche di denunciarlo e di essere supportata in ogni modo.

Se una donna indossa un abito sexy non lo fa perché cerca uno stupro, ma perché quell’abito le piace.

Pubblicità, battute, post, insulti o parole sessiste non sono divertenti, sono volgari come chi le pronuncia.

Se una donna perde di valore se invecchia o ingrassa è perché chi lo pensa non ama le donne.

Se una donna non può o non vuole avere figli vale tanto quanto chi è madre.

Se le prime cose che chiedete alle vostre amiche sono se hanno trovato un partner o avuto figli e ai vostri amici se il lavoro va bene, non è curiosità è il vostro contributo a un certo tipo di percezione sociale a danno delle donne.

Se un uomo è un gran lavoratore, un bravo padre ma distrugge la donna che cammina al suo fianco non va perdonato, va lasciato e denunciato.

Se ci accorgiamo che una donna subisce violenza e non riesce a denunciare, facciamolo noi rivolgendoci alle forze dell’ordine e alle associazioni di volontariato che tutelano le donne, stiamo loro vicino anziché voltare lo sguardo.

La donna ha diritto di dire no alle avances, anche se sono vostra moglie, anche se sono prostitute. E no significa no.

Non diciamo che gli uomini sono fatti così, che hanno avuto una giornata storta, che bisogna aver pazienza: moltissimi uomini non sono così, moltissimi uomini sanno che amare significa rispettare, moltissimi uomini combattono ogni giorno la violenza sulle donne quindi no, non tutti gli uomini sono così. Solo quelli da allontanare e, in molti casi, da denunciare.

Le donne non meritano rispetto, le donne hanno diritto al rispetto.

Se è un uomo a subire violenza, i punti elencati sopra valgono nello stesso identico modo.

Insieme alle mimose inondiamo la società di queste parole allora sì, ci sarà da festeggiare, e non solo l’8 marzo.

S.D.D.

 

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)