SOSTENIBILITÀ – Tornado Trump: la fine del Green Deal?

giovedì, 27 febbraio 2025

RUBRICA: Il presidente americano Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca da poche settimane ma ha già scosso gli animi e incendiato numerosi dibattiti. Dalle posizioni contrastate in merito alla guerra in Ucraina ai timori relativi alle politiche sui dazi, dalle espulsioni di massa all'amicizia con Elon Musk: indubbiamente un politico sopra le righe che potrebbe cambiare il corso della storia. Tra le tante prese di posizione del tycoon anche il Green Deal, ne parliamo con il consulente aziendale sulla sostenibilità Pasquale Coppolella.

Dottor Coppolella, cosa si intende con Green Deal?

Il Green Deal europeo è un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l'UE sulla strada di una transizione verde, con l'obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Sostiene la trasformazione dell'UE in una società equa e prospera con un'economia moderna e competitiva. Mette in evidenza la necessità di un approccio olistico e intersettoriale in cui tutti i settori strategici pertinenti contribuiscano all'obiettivo ultimo in materia di clima. Il pacchetto comprende iniziative riguardanti clima, ambiente, energia, trasporti, industria, agricoltura e finanza sostenibile, tutti settori fortemente interconnessi. Il Green Deal europeo è stato avviato dalla Commissione nel dicembre 2019 e il Consiglio europeo ne ha preso atto nella riunione di dicembre dello stesso anno. Il Green Deal si suddivide in diverse sotto normative, fra cui quella più importante è la cosiddetta “Fit for 55”con la quale l'obiettivo climatico dell'UE di ridurre le emissioni dell'UE di almeno il 55% entro il 2030 diventa un obbligo giuridico. Un impegno molto forte, che ha tutta una serie di azioni molto impegnative, che hanno suscitato la levata di scudi specialmente della Lega in Italia. Il Fit for 55, in particolare, basa la sua strategia sulla riduzione del gas metano, altamente inquinante e da qui tutte le normative sulle caldaie a gas e l’obbligo di cessazione entro il 2035. L’ obiettivo principale è ridurre il consumo di energia finale a livello dell'UE dell'11,7% nel 2030 rispetto alle proiezioni del 2020. Il pacchetto "Fit for 55" comprende una proposta di revisione della direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili. La proposta intende aumentare l'attuale obiettivo a livello dell'UE, pari ad almeno il 32% di fonti energetiche rinnovabili nel mix energetico complessivo, portandolo ad almeno il 40% entro il 2030. Ci sono molte altre iniziative e regolamenti emessi dall’UE, cui filo conduttore è la riduzione delle emissioni. Una di quelle che più ha fatto discutere e fa ancora discutere è che dal 2035 in Europa sarà vietata la vendita di auto nuove con motore termico, benzina e diesel ma anche ibrido, GPL e metano bi-fuel. Che sia il 2035 o il 2040, avverrà una grandissima riconversione industriale, delle marche automobilistiche, dell’enorme indotto e delle catene di fornitura delle componenti, batterie in testa. Ecco, sono alcune delle azioni del Green Deal, ma ritengo sufficienti a spiegare che siamo davanti ad una rivoluzione che potrebbe sconvolgere gli equilibri industriali.  

Il presidente americano Trump è contrario alle politiche Green Deal. Quali punti, in particolare, contesta?

Trump è molto contrario al Green Deal, come lo sono i Paesi produttori di combustibili fossili. L’America è uno dei principali produttori ed esportatori di petrolio e di gas metano liquido trasportato via nave, per la vendita del quale, incrementata dalla guerra in Ucraina, sta per ricattare l’Europa con i dazi sulle nostre merci, il cui obiettivo, a suo dire, è quello di ribilanciare la bilancia economica fra importazioni ed importazioni. Inoltre, come l’Italia, l’America ha una forte industria automobilistica, che dovrebbe riconvertire all’elettrico, come l’Europa, per rispettare gli accordi di Parigi del 2015 (tenere l’aumento delle temperature al di sotto del 1,5 gradi, Ndr). Come per l’Europa, lo sforzo è notevole, come notevoli sono gli investimenti, motivo per cui Trump ha fatto uscire l’America dagli accordi di Parigi sul clima, atto di eccezionale gravità. Il mantra di Trump è quello che i cittadini debbano scegliere il tipo di macchina che vogliono, senza vincoli.   Del resto assistiamo anche in Europa o, almeno, da parte di alcune aree politiche non proprio ambientaliste, ad un’opposizione massiccia agli obiettivi del green deal sull’introduzione dell’elettrico. Inoltre, nel pensiero di Trump, i 3 colossi che producono batterie al litio sono: Cina, Corea, Giappone. Questo vuol dire che in un certo senso il destino del mercato automobilistico si sposterà senza dubbio ad Oriente (soprattutto in Cina, Ndr). Questa cosa preoccupa non poco Trump, considerando anche i rapporti con la Cina, non proprio idilliaci.                     

La posizione americana che ripercussioni avrà sul resto del mondo?

SOSTENIBILITÀ Avrà moltissime ripercussioni, soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi di sostenibilità. Un gravissimo passo indietro sul percorso verso la sostenibilità e non credo di dover rispiegarne le conseguenze. Con l’America fuori dall’accordo di Parigi, insieme a Iran, Libia e Yemen, si complicherà ulteriormente il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo, come il contenimento dell’aumento delle temperature a 1,5°C.  Questa scelta darà paradossalmente a Paesi come Cina, India e Brasile un nuovo ruolo da leadership. Questi Paesi hanno fatto enormi progressi per affrontare il cambiamento climatico, con la Cina che quest’anno venderà più auto elettriche rispetto a quelle a combustione interna, altro che Paesi arretrati. Il Paese arretrato resterà l’America. A questo aggiungo un rischio serio per l’Argentina che potrebbe seguire l’esempio degli Stati Uniti sotto la guida del presidente Javier Milei, sostenitore di Trump. Sarebbe comunque una scelta che mette a rischio la sua partecipazione al recente accordo commerciale UE-Mercosur, che richiede l’adesione all’Accordo di Parigi. La cosa grave è che Trump ha definito l’energia pulita come “la nuova truffa verde”, promettendo di trivellare come non ci fosse un domani e di rimuovere tutti i limiti all’industria dei combustibili fossili. Tutto questo avrà sicuramente un effetto emulativo per tutti quei Paesi che guardano all’America come un modello. Insomma, dieci passi indietro e, confesso, la cosa è molto preoccupante.   

S.D.D.

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)