SOSTENIBILITÀ – Consumatori e passaporto digitale: il futuro del commercio?

martedì, 10 giugno 2025

RUBRICA -  Ne discutiamo spesso: le trasformazioni digitali che ci attendono rivoluzioneranno le nostre vite e, si spera, porteranno cambiamenti proficui e interessanti. Uno di questi, il passaporto digitale, entrerà in vigore nel 2027 su regolamento dell’Unione Europea e sono tante le domande in merito.

Quesiti posti a Pasquale Coppolella, consulente aziendale sulla sostenibilità.

 Dottor Coppolella, cos'è il passaporto digitale?

Il Digital Product Passport - il passaporto digitale del prodotto - è un insieme di informazioni sul prodotto a supporto dell’economia circolare e della sostenibilità. Contiene informazioni legate all’intero ciclo di vita del prodotto come origine, composizione, durabilità, opzioni di riparazione,  smontaggio e riciclabilità dei diversi componenti del prodotto.  Secondo il regolamento dell’Unione Europea sul passaporto digitale del prodotto (che entrerà in vigore già nel 2027, Ndr) tutti i prodotti tessili - e non solo- in circolazione in Europa dovranno essere provvisti di un DPP univoco e consultabile dai consumatori. Accessibile tramite un codice QR o un altro identificatore, il DPP non solo fornisce informazioni sui prodotti, ma consente anche ai consumatori di accedere a esperienze digitali e di interagire con i loro marchi preferiti in modo coinvolgente. Inoltre, fatto non trascurabile, permette di verificare online l’autenticità del proprio prodotto. Operativamente in tutti i prodotti in cui questo è possibile, verrà inserito un codice QR oppure un’etichetta NFC (Near Field Communication, tecnologia per la lettura a distanze ridotte da smartphone. Ndr), leggibile dai nostri cellulari che potranno ricevere tutte le informazioni suddette in tempo reale. Per quelli per i quali questo non è possibile, viene emessa una tessera, una specie di carta di credito, che a sua volta contiene l’etichetta NFC. In giro si trovano già prodotti che hanno un QR code oppure un’etichette NFC, ma per ora non necessariamente le informazioni che vengono fornite sono in linea con le direttive europee sul DPP, che entreranno in vigore dal 2027. I prodotti finiti soggetti a DPP dal 2027 saranno inizialmente quelli tessili e legati alle calzature, mobili, pneumatici, materassi, detersivi/detergenti, vernici e lacche, lubrificanti, cosmetici, giocattoli, attrezzature da pesca, prodotti assorbenti per l’igiene. Sicuramente dal 2028 ne seguiranno altri. Sono escluse per ora solo alcune categorie come prodotti alimentari, mangimi per animali, medicinali, piante/animali e veicoli.      

 

Quali benefici comporterà l’adozione del passaporto digitale?

Enormi benefici. Per i consumatori ci sarà trasparenza completa: accesso a informazioni dettagliate su origine, composizione, processo produttivo e impatto ambientale del prodotto. Questo permetterà decisioni informate e la possibilità di scegliere prodotti più sostenibili e allineati ai propri valori. Ottimi risvolti anche sulla tracciabilità perché avremo conoscenza dell'intera filiera produttiva e della catena di fornitura e sulla sicurezza con informazioni su materiali utilizzati, eventuali sostanze nocive e modalità d'uso sicuro. Per le aziende ci sarà una sempre più efficiente gestione della filiera grazie al monitoraggio in tempo reale di materiali, componenti e processi. Agevolerà la conformità normativa e porterà una riduzione dei costi grazie all’ ottimizzazione dei processi produttivi e riduzione degli sprechi. Inoltre, sempre in ottica aziendale, questo strumento fornirà un vantaggio competitivo in virtù della differenziazione sul mercato attraverso la dimostrazione di pratiche sostenibili. Sarà più snella la gestione del fine vita con facilitazione del riciclo, riparazione e riutilizzo dei prodotti. Infine tanti vantaggi per l’ambiente attraverso un modello di economia circolare: promozione del riutilizzo, riparazione e riciclo attraverso informazioni precise sui materiali; riduzione dell'impatto grazie all’ ottimizzazione dei processi produttivi e logistici; prevenzione dei rifiuti attraverso il prolungamento della vita utile dei prodotti ottenibile con manutenzione e riparazioni facilitate. Il passaporto digitale rappresenta quindi uno strumento fondamentale per la transizione verso un'economia più sostenibile e trasparente. ​​​​​​​​​​​​​​​​ La Generazione Z dimostra già un’ottima familiarità con il DPP (54%).  Ciò mette in luce quanto i consumatori più giovani siano particolarmente attenti al potenziale degli strumenti digitali per migliorare la loro esperienza di acquisto e affrontare le preoccupazioni relative alla sostenibilità.

 Ci saranno anche dei rischi?

Si, come tutte le nuove tecnologie. Innanzitutto la protezione dei dati perché comporterà raccolta e gestione di enormi quantità di informazioni sensibili su produzione, fornitori e consumatori. Questo coinvolgerà, naturalmente, il settore della cybersecurity perché si alzerà la vulnerabilità agli attacchi informatici che potrebbero compromettere dati strategici aziendali. Un altro rischio è il tracciamento eccessivo a causa di un possibile monitoraggio invasivo dei comportamenti di acquisto e utilizzo dei consumatori. A questi aggiungerei i costi di realizzazione quali tecnologia, formazione ed adeguamento, che ovviamente avranno impatto maggiore sulle PMI. Potrebbero esserci anche impatti sociali, come ad esempio la cosiddetta “esclusione digitale”, e cioè il rischio che consumatori meno digitalizzati siano svantaggiati. In definitiva, però, nulla che non sia già oggi legato alla crescente digitalizzazione. Personalmente trovo i rischi minimi rispetto ai grandi vantaggi.   

S.D.D.

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)