SOSTENIBILITÀ – Meteo e cambiamento climatico sono la stessa cosa? Spoiler: no

giovedì, 5 settembre 2024

RUBRICA - Da anni, ormai, si parla di cambiamento climatico e nonostante le numerose informazioni a disposizione sono ancora molti i fraintendimenti. Uno su tutti riguarda l'accostamento di questo fenomeno al meteo: sono la stessa cosa? O si tratta di due elementi distinti? Domande rivolte a Pasquale Coppolella, consulente aziendale sulla sostenibilità.

Dottor Coppolella, qual è la differenza tra cambiamento climatico e meteo?

Sono due cose differenti fra di loro che, purtroppo, spesso tendono ad essere considerati la stessa cosa, generando molta confusione, soprattutto in un contesto in cui siamo sottoposti a un riscaldamento globale.  Il termine meteo si riferisce all'insieme delle condizioni atmosferiche osservabili in una specifica località in un determinato momento e permette di elaborare una previsione del tempo per alcuni giorni. Il meteo è basato su un insieme di elementi, tra cui: temperatura, umidità,  vento, precipitazioni,  nuvolosità, visibilità, pressione atmosferica. Tutti termini che sentiamo ogni giorno in televisione, oppure che abbiamo occasione di rilevare sulle varie app che consultiamo per vedere come sarà il fine settimana. Il clima, a differenza del meteo, rappresenta le condizione atmosferiche medie di un luogo osservato per un periodo di tempo, in genere fra i 30 e i 50 anni . E' influenzato da un'interazione complessa di fattori geografici e atmosferici come: latitudine, insolazione (la quantità di energia solare che raggiunge la superficie terrestre, questa molto importante per il riscaldamento globale in atto, Ndr), correnti oceaniche  che distribuiscono il calore attraverso gli oceani e influenzano il clima delle regioni costiere, ma non solo,  catene montuose e altitudine, presenza di ghiacci e neve, eruzioni vulcaniche, attività umana: le attività industriali, agricole e di deforestazione aumentano le concentrazioni in atmosfera di gas a effetto serra che contribuisce al riscaldamento globale e al cambiamento climatico.  Diciamo che un’area ha clima continentale quando è caratterizzata da inverni freddi ed estati calde, mentre ha un clima mediterraneo, l’Italia per esempio, quando la temperatura media è mite, senza forti escursioni termiche e d’inverno piove, mentre d’estate è secco e così via. Un’area con un certo clima, uno specifico anno o stagione può avere un meteo particolarmente più caldo o freddo o più piovoso rispetto alla media, legati a fattori contingenti,   ma nel complesso questo non cambia nulla per il clima, che è una media su decenni. Mi ricordo i miei genitori che mi dicevano sempre che nell’anno in cui sono nato il “tempo è stato molto caldo e non si poteva respirare”, quindi eccezionalmente caldo, ma questo è normale, perché per esempio l’anno dopo, sempre dai loro racconti, in estate faceva freddo. E’ la logica della media. In ottica sostenibilità questo va precisato perché sento molte persone  fra cui, purtroppo, alcuni politici sostenere che “i cambiamenti climatici sono un’invenzione di chissà chi e che d’estate ha fatto sempre caldo…”. Certo, abbiamo avuto estati eccezionalmente calde nei decenni passati, ma anche estati eccezionalmente fredde. Parliamo di cambiamenti climatici perché le temperature medie si stanno innalzando e quindi in maniera abbastanza stabile “il caldo è più caldo” in maniera permanente e non eccezionale di un’annata. Vivo in zona Como da 20 anni e per 16 anni  non ho mai avuto necessità di installare l’aria condizionata, perfino con estati eccezionalmente calde. Ebbene, qualche anno fa, con mia rassegnazione e impatto sul portafoglio, ho dovuto cedere. E non sono l’unico. Questo significa che sta cambiando il clima, non il meteo, cioè detto in altri termini, le temperature medie del pianeta si stanno innalzando. Il meteo le rileva per i periodi brevi che analizza e formula per  le previsioni. E l’aumento medio delle temperature è una cosa molto importante, sulla quale non si può banalizzare. Pensiamo solo che basta un grado per far passare l’acqua dallo stato liquido allo stato di vapore o di ghiaccio, solo uno: a 99 gradi non bolle a 100 si, a un grado non ghiaccia a 0 si. Tante altre situazioni sono legate a questi che qualcuno chiama “leggeri cambiamenti”, i cui risultati li vediamo in televisione ormai sempre più frequentemente         

Ci sono segnali, sul nostro territorio, legati al cambiamento climatico?

Purtroppo si e anche molto evidenti. Ne menzioniamo alcuni, ma la lista è lunga, purtroppo.   Aumentando  la concentrazione di gas serra nell’atmosfera (di cui l’anidride carbonica che produciamo è principale attore, Ndr), aumenta anche la temperatura superficiale globale. Questo è un fatto.   A partire dagli anni Ottanta ogni decennio ha visto un incremento delle temperature fino al periodo 2011-2020, il più caldo mai registrato nella storia. In quasi tutte le aree del pianeta assistiamo a giorni mediamente più afosi e ondate di calore. Le temperature più alte favoriscono l’insorgenza di patologie da calore e rendono più difficile lavorare all’aperto, mentre gli incendi si verificano più facilmente e si propagano più rapidamente. Le tempeste sono diventate più intense e frequenti in molte aree geografiche. Con l’aumento delle temperature si rileva una maggiore umidità che accentua le precipitazioni estreme e le inondazioni, causando temporali sempre più devastanti.  Il cambiamento climatico interessa anche la disponibilità di risorse idriche sempre più scarsa in numerose aree geografiche soprattutto in quelle regioni già afflitte da stress idrico e con un ecosistema molto vulnerabile. La siccità può anche causare devastanti tempeste di sabbia capaci di  spostare miliardi di tonnellate di polveri da un continente all’altro. Alle conseguenze legate al settore agricolo si affiancano così anche quelle legate all’avanzamento della desertificazione. Il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature mettono a rischio la sopravvivenza delle specie sulla terraferma e negli oceani. Nel mondo si stanno perdendo specie a un ritmo 1000 volte superiore di qualsiasi altro momento registrato nel corso della storia dell’uomo. Un milione di specie sono a rischio di estinzione nei prossimi decenni. Incendi boschivi, condizioni meteo estreme, parassiti infestanti e malattie sono tra le molte minacce legate al cambiamento climatico. Alcune specie riusciranno a spostarsi e sopravvivere, altre sicuramente soccomberanno. Mi fermo qui, invitando tutti i lettori a declinare quanto riportato con quello che sta succedendo sul nostro territorio lombardo: cose mai viste. Le assicurazioni non vogliono più coprire danni da grandine e chiedo agli scettici: ma se la grandine c’era anche prima, ora perché le assicurazioni non vogliono più coprire i danni?. Inondazioni frequenti sono all’ordine del giorno è città come Milano sono spesso devastate dai violenti temporali. Sta cambiando il clima, non il meteo, e con esso gi eventi associati che in alcuni casi possiamo definire tropicali: basta studiare cosa avviene nelle aree dove il clima è tropicale da sempre e si troveranno tantissime similitudini.    

Quali scenari futuri si prospettano?

Su questo punto non sono molto tranquillo. Le cose stanno accadendo ed essere negazionisti a tutti i costi non cambia la situazione, purtroppo.  Dobbiamo prepararci a ciò che verrà per il cambiamento climatico e ciò che verrà non potrà che essere un peggioramento di quello che è. Ovviamente il tutto spalmato su archi temporali di decenni ed ecco perché continuiamo a dire che la sostenibilità ha a che fare con le nuove generazioni, i nostri figli e i nostri nipoti, che dobbiamo proteggere. Mentre si sta lavorando per ridurre l’incremento medio delle temperature (l’accordo ONU di Parigi del 2015 pone l’obiettivo a massimo a 1,5 gradi centigradi di aumento medio, Ndr), bisogna che ci organizziamo come società con le infrastrutture a nostra protezione, a difesa da inondazioni e tempeste che non diminuiranno, lo ripeto, perchè è il cima che sta cambiando, non il meteo, e una serie di misure anche a protezione dei beni e delle persone. I governi devono investire e noi dobbiamo fare pressione su di loro, smettendola di ignorare la cosa, che è seria. Il problema, come tante altre cose, non solo in Italia,  è che i governi durano pochi anni e quindi guardano a massimizzare i risultati sul breve, mentre qui parliamo di guardare più avanti e, purtroppo, a parte gruppi organizzati a sostegno della sostenibilità, la gran parte della popolazione si interessa poco alla cosa, soprattutto, e qui è comprensibile, in un momento storico in cui è dura per tutti. Ma questo non va bene, i governi dovrebbero andare sotto pressione da parte di un’opinione pubblica consapevole, che oggi deve sottostare a messaggi del tipo “i cambiamenti climatici sono una bufala e tanto in estate ha sempre fatto caldo"... mentre i ghiacciai si stanno sciogliendo e per noi la neve regolare ad ogni inverno è ormai un lontano ricordo.               

S.D.D.

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)