RUBRICA SOSTENIBILITÀ – Tecnologia sostenibile (ma l’uomo deve dire sì)

venerdì, 21 maggio 2021

RUBRICA SOSTENIBILITÀ - Volenti o nolenti, viviamo immersi nella tecnologia, tutto il giorno, tutti i giorni. Un flusso di abbondanza usa e getta incontenibile e viene da chiedersi se, al netto degli enormi vantaggi, ci siano margini di miglioramento dell'uso tecnologico in termini di sostenibilità. Domande poste a Pasquale Coppolella, consulente aziendale sulla sostenibilità.

Dottor Coppolella, quali innovazioni tecnologiche sostengono l'ambiente?
Le più evidenti sono quelle legate all’energia e alla protezione dell’ambiente, fra le più importanti menziono quelle per il trattamento dei rifiuti, che rappresentano un problema colossale per l’umanità. Queste tecnologie, sulle quali per fortuna si sta investendo molto, mirano a ridurre l’impatto ambientale del processo di distruzione attraverso nuovi sistemi di trasformazione a basso impatto ambientale. Esistono poi tecnologie avanzate per la gestione delle acque reflue: l’acqua è una risorsa fondamentale ed è altrettanto fondamentale non disperderla. Il trattamento delle acque è uno dei principali settori tecnologici in ambito di sostenibilità e sicuramente fra i più promettenti. Non posso non menzionare le Smart City e cioè un concetto di città sostenibile, dove le nuove tecnologie e l’utilizzo di internet permettono di avere città pulite, consumi di energia ridotti, riciclo dell’acqua, mezzi di trasporto elettrici condivisi, senza conducente a bordo, passando dalla cultura del possesso a quella del servizio. Fondamentale la tecnologia per il controllo e il monitoraggio degli ambienti a rischio e quindi per la prevenzione delle catastrofi ambientali. Esiste una forma di tecnologia, basata sulla cosiddetta intelligenza artificiale, che utilizza macchine “intelligenti” in grado di imparare in maniera continua e di suggerire azioni preventive, tecnicamente si chiama “machine learning”. La lista è molto lunga e la sintetizzo dicendo che la tecnologia è fondamentale per l’ambiente, non ci sono dubbi.

Che tipi di danni può causare la tecnologia in termini di Sostenibilità?
Io credo che la tecnologia non provochi nessun danno alla Sostenibilità, ma è il modo in cui si usa la tecnologia che può provocare danni. Il danno potenziale non è quindi la tecnologia ma, come sempre, l’uomo. Pensiamo ad esempio alle tecnologie di identificazione e tracciamento di spostamento delle balene: si può usarla per proteggere le balene, oppure per sterminarle, come ad esempio fanno in Giappone. L’intelligenza artificiale si può usare per prevedere e gestire catastrofi ambientali, oppure per rendere le guerre più efficaci in termini di danni provocati al nemico. Ecco, c’entra sempre l’essere umano. Il vero danno oggettivo all’ambiente esiste però, eccome: si chiama obsolescenza programmata. Tutti i dispositivi elettronici che cambiamo ogni anno perché obsoleti dove finiscono? In discariche. Il numero è impressionante. Miliardi e miliardi di dispositivi che il marketing della tecnologia rende vecchi per aumentare le vendite. Computer, stampanti, smartphone, ma anche macchinari vari, modem, centraline. Lo stesso marketing della tecnologia ha annientato il concetto di riparazione. Non si ripara più, si sostituisce, migliaia di lavori che non esistono più, in nome del nuovo a tutti i costi. La tecnologia usa e getta, come i fazzolettini di carta. Ecco, questo è il danno, che aumenta in proporzione all’aumento della popolazione e la cosa secondo me è molto seria.

In che modo, invece, la tecnologia può favorire lo sviluppo delle 3E della Sostenibilità (equità, economia e ecologia)?
Io credo che senza tecnologia non si possa sperare di essere sostenibili, in tutti e tre gli ambiti della sostenibilità. Dell’ambito ambientale abbiamo detto e molto altro si potrebbe aggiungere, soprattutto nel monitoraggio della terra, come se fosse un paziente in osservazione. Le tecnologie sono ormai molto sviluppate e siamo in grado di capire cosa succede per esempio in Amazzonia, senza esserci fisicamente. Per la parte economia ed equità sociale la tecnologia è fondamentale. Mi riferisco soprattutto ai Paesi in via di sviluppo, che sono quelli ai quali dobbiamo guardare con grande attenzione e il cui sviluppo è elemento fondamentale sul cammino della sostenibilità. Nei Paesi industrializzati esistono tecnologie consolidate per l’agricoltura e, quindi, per la produzione autonoma ed efficiente di cibo e, come abbiamo detto, per il trattamento dell’ambiente, che dovrebbero essere utilizzate nei Paesi poveri, dove si muore di fame, dove l’acqua è ormai scarsa e imbevibile e il degrado ambientale sta ormai divorando il territorio. Come stiamo sperimentando, con flussi migratori incontrollati e catastrofi ambientali che sembrano lontane, ma hanno effetti su tutti noi, occuparsi degli aspetti economici e sociali di quei Paesi è ormai imprescindibile, oltre che in linea con gli obiettivi di Agenda 2030 delle Nazioni Unite. E qui però bisogna che ci facciamo una domanda: ma perché se la tecnologia esiste ed è in continuo sviluppo, questi Paesi non la utilizzano? Un problema grosso, enorme, sta nei brevetti. Il maggior costo della tecnologia non è nella produzione delle macchine, ma nei diritti di proprietà intellettuale, che sono altissimi. E’ un problema enorme, che oppone interessi delle multinazionali, proprietarie dei brevetti a quelli della comunità mondiale. Sarebbe necessario un atto di generosità da parte dei Paesi ricchi con una cessione dei diritti a costi simbolici, oppure interventi importanti degli Stati. E’ lo stesso principio che ha pilotato la decisione del presidente Biden di cancellare i diritti di brevetto sui vaccini anti-Covid, in modo da dare la possibilità a tutti i Paesi di produrseli senza costi eccessivi. La reazione delle case farmaceutiche è stata immediata e molto forte, con cause legali iniziate immediatamente, altro che solidarietà. Ecco qui, la chiusura del cerchio che riassume il tutto: la tecnologia è una cosa buona, strumento imprescindibile sul cammino della sostenibilità, l’ostacolo è sempre l’uomo, lo stesso uomo che si rifiuta di separare i rifiuti e che continua a gettarli dove gli capita.

S. D. D.

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)