RUBRICA SOSTENIBILITÀ – La Green Economy ai tempi del Recovery Fund

lunedì, 8 febbraio 2021

RUBRICA SOSTENIBILITÀ - Tempi ricchi di sfide per gli esperti in economia perché, dopo una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, si affaccia il Recovery Fund, o Next generation EU come lo ha battezzato la Commissione europea, con il quale i Capi di Stato e di governo europei hanno previsto di incrementare il bilancio su base temporanea tramite nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari.

La quota destinata all'Italia è di circa 209 miliardi che richiederanno una gestione importante e complessa in grado di gettare nuova linfa e far ripartire i nostri conti economici messi a durissima prova dopo il dramma Covid-19.  Non solo: bisognerà fare in modo che il nostro sistema economico riparta nel segno della sostenibilità per assicurare le famose tre E ovvero economia, equità sociale ed ecologia, come ricorda Pasquale Coppolella, consulente aziendale sulla sostenibilità.

Dottor Coppolella, quando un'economia può definirsi sostenibile?

Rispondo con la definizione più autorevole di green economy (economia verde o sostenibile, Ndr) data dalle Nazioni Unite, in particolare dall’UNEP, la sezione che si occupa di protezione dell’ambiente – United Nations Environmental Programme: la Green economy è l’economia che risulti in un miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale, con una riduzione significativa dei rischi ambientali e della limitazione delle risorse. Certamente il senso è chiaro e si comprende bene che, oltre al fatto economico, vi siano almeno altri tre aspetti da considerare:  l’uso razionale e oculato delle risorse limitate,  la riduzione dei rischi ambientali e il miglioramento del benessere e delle condizioni sociali. Pertanto, e questo lo ritengo di fondamentale importanza,  green economy e sviluppo sostenibile tendono quindi a convergere, a guardare agli stessi obiettivi, abbracciando gli ambiti economici, ambientali e sociali. Un’economia che non consideri tutti e tre gli aspetti non si può considerare sostenibile.

Aggiungo anche un’altra cosa molto importante, che è la differenza fra Crescita e Sviluppo sostenibile: non sono la stessa cosa ed è importante comprenderlo. La crescita, misurata con il famoso PIL, corrisponde all’aumento nel medio e lungo termine di beni e servizi prodotti dal sistema economico ovvero all’aumento della ricchezza. Lo sviluppo sostenibile è invece la capacità di generare benessere nel tempo, compatibilmente con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni comuni per le generazioni future. Si può purtroppo generare crescita senza generare sviluppo: se ho aumentato il PIL ma non ho aumentato il tasso di alfabetizzazione, la speranza di vita ed il tasso di povertà, non si può parlare di sviluppo sostenibile. Ecco, questa è la sintesi: un’economia sostenibile deve generare sia crescita, che sviluppo.  

Quali sono i criteri politici necessari per creare un'economia sostenibile?

 Prima di parlare dei criteri politici, dobbiamo parlare di preparazione della politica e di volontà della politica. Abbiamo detto che la sostenibilità mira a salvaguardare le future generazioni, lasciando loro in eredità un mondo vivibile. Un pensiero che guarda quindi ad orizzonti temporali di decenni. Purtroppo le logiche di consenso sul breve periodo sulle quale si basa la politica, non solo in Italia, tendono a privilegiare azioni di più immediato risultato, che appagano le generazioni presenti, quelle che votano oggi,  piuttosto che quelle future, che non ci sono ancora e che non hanno rappresentanza. Se la politica, come è avvenuto in America nell’era Trump, pensa che sia importante  solo il benessere di oggi, allora non c’è nessun criterio che io possa indicarle. Però una cosa è di fondamentale importanza: la politica nelle democrazie  lavora sul consenso popolare, cercando di fare quello che gli elettori si aspettano. Il criterio politico é figlio della volontà popolare: se fai cose sostenibili ti voto, altrimenti non ti voto é la chiave. Il resto viene da solo.

Quale contributo possono portare i cittadini per il raggiungimento di questo risultato?

 Abbiamo tutti  un dovere imprescindibile: informarci. Sono molto preoccupato davanti al carente livello medio di preparazione sulla sostenibilità: non ci sono sedi serie di formazione scolastica, né campagne di informazione che spieghino cosa stia davvero succedendo al pianeta e cosa sia necessario che avvenga per scongiurarlo o mitigarlo. Informarci quindi, per agire. Noi siamo quelli che possono determinare se un’azienda esisterà o sparirà, semplicemente comprando o non comprando i suoi prodotti, siamo sempre noi che determiniamo chi deve andare al potere e chi no. Queste scelte, se fatte in modo consapevole, possono determinare la sopravvivenza o meno di questo pianeta. Un potere immenso nelle nostre mani, che ha bisogno di consapevolezza e informazione. 

Recovery fund: come sfruttare questa possibilità a favore della sostenibilità?

Il recovery fund è una grande occasione, la nostra occasione, per sposare finalmente le green economy. Iniziative come il super bonus 110%, finanziamenti a start up sostenibili, incentivi a chi converte le proprie attività con l’utilizzo di energie rinnovabili, possono essere la svolta. Una svolta ormai pretesa soprattutto da chi quei soldi ce li sta prestando.

Ecco, finalmente un buon motivo per la svolta: soldi in cambio di sostenibilità. Sempre la solita storia, tutto si paga, compresa la prospettiva di un mondo vivibile. Allora io dico: consoliamoci. In mancanza di una vera volontà a prescindere,  che impiegherà tanto tempo a consolidarsi, compriamo un pezzo di sostenibilità, non sarà sufficiente, ma almeno darà un’accelerazione ad una serie di azioni ormai imprescindibili. Non è l’ideale, ma per ora è oro colato. Ed è paradossale che la possibile rinascita del pianeta possa venire da un evento distruttivo, come il Covid. Il “recovery”, la ripresa, la rinascita. Rinascere con un mondo migliore, da lasciare alle future generazioni, deve essere l’obiettivo: una grande opportunità ed un dovere nei confronti di chi non c’è ancora e nei confronti di chi è caduto a causa di questo male terribile.

 S.D.D.

 

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)