RUBRICA SOSTENIBILITÀ - Le notizie dei giorni scorsi, relative allo sversamento illecito di rifiuti in un'area verde di Senna Comasco, hanno gettato sgomento in tutto il territorio.
Si teme per la propria salute, si teme per le conseguenze ambientali, ci si chiede se sia possibile rimediare: domande e timori da approfondire con l'aiuto di Pasquale Coppolella, consulente aziendale sulla sostenibilità.
Dottor Coppolella, cosa si intende per ecosistema?
Un ecosistema, nella sua accezione più comune, si può definire come una comunità di organismi che vivono su un determinato terreno e che hanno a disposizione luce ed acqua, dove questa è l’elemento naturale per ecosistemi sottomarini. Parliamo di un piccolo mondo, le cui dimensioni possono essere variabili, da un immenso deserto ad un piccolo stagno ed il numero di esseri viventi ospitati può essere o molto piccolo, oppure enorme, come ad esempio un oceano. La luce è l’elemento che permette di produrre le sostanze nutritive di cui si alimentano gli ospiti di un ecosistema: piante e animali. Queste sostanze nutritive hanno bisogno che il terreno, o l’acqua per ambienti sottomarini, sia incontaminato e che il ciclo della generazione dei nutrienti sia ripetibile per sopravvivere, viceversa muore e con esso i suoi esseri viventi, che sono legati uni agli altri tramite una ben definita catena alimentare, spezzata la quale, le conseguenze possono essere imprevedibili. Per la precisione, aggiungo che Ecosistema e Ambiente non sono sinonimi: l’ambiente è un insieme di ecosistemi, magari di una certa area e, più in generale l’ambiente come lo intendiamo noi è l’insieme di tutti gli ecosistemi. Importante è anche la differenza fra Ecosistema e Habitat, che spesso vengono confusi. Un habitat è un sottoinsieme di un ecosistema. Per esempio, nell' ecosistema di una foresta l’habitat delle scimmie sono gli alberi. In situazioni di alterazioni provocate dall’uomo o da eventi naturali è importante capire l’ampiezza dell’evento: se è stato compromesso uno o più habitat o un intero ecosistema.
L'operazione criminale che ha colpito Senna Comasco che tipo di conseguenze può causare?
Dipende da cosa è stato immesso nel sottosuolo, quanto e dove. Di sicuro il rischio di impatti sulle persone è realistico e, in alcuni casi, potenzialmente pesante.
Il sottosuolo è il risultato di milioni di anni di vita della terra, una vita trascorsa per dare altra vita, la nostra, appunto, un concetto bellissimo e, a ragione, diciamo Madre Terra.
Il sottosuolo si può paragonare al sotto mare: nessuno dei due si vede, ma gli effetti si sentono. Il sottosuolo é una specie di organismo vivente, nel quale vivono specie e microorganismi che sono vitali per la nostra esistenza ed è l’ambiente per la generazione, la conservazione e anche la fornitura stessa dell’acqua, che significa appunto la nostra vita. L’acqua è il fattore di trasmissione delle cose buone e di quelle meno buone, così come il sangue lo è per un organismo vivente. Quando nell’organismo umano avviene qualcosa di negativo in una parte del corpo avremo male in quella parte, ma subito dopo toccherà alla testa, il centro vitale. Ecco questa è la metafora da tenere bene in considerazione per il ragionamento sugli impatti.
Il fatto che un’area contaminata sia inizialmente più o meno estesa non è molto rilevante, perché se si contamina l’acqua ci penserà poi lei a renderla enorme e ad amplificare gli effetti sull’uomo.
Per la situazione specifica dovremo attendere il responso dei tecnici.r
Un danno di questo tipo è irreversibile?
Normalmente, ripristinare lo stato precedente, dove fosse anche possibile, è una cosa molto difficile da fare, con costi proibitivi, spesso inaffrontabili socialmente, tuttavia non impossibile in alcuni casi e pertanto abbiamo il dovere di porcelo come primo obiettivo. Noi adesso parliamo di questo evento specifico, ma i casi irrisolti nel mondo sono tantissimi e quelli sconosciuti presumo siano ancora molti di più di quelli scoperti. Chi paga i costi enormi di ripristino? E chi esegue le delicate operazioni? Chi certifica? Pertanto, la vera domanda non è tanto se tecnicamente si può ripristinare la situazione, quanto piuttosto se siamo disposti e preparati a farlo. Guardi, è la stessa situazione con i corsi d’acqua e il mare: discariche a cielo aperto e tanta plastica. Più evidente di così. Non mi risulta che ci siano azioni importanti di ripristino, se non sporadiche ed eroiche. È la natura umana: ha importanza e priorità se si vede, ma anche quando si vede inizia il giro delle competenze: comune, provincia, regione o stato?
Io dico ed insisto che la vera cura per l’ambiente e per la salvaguardia del nostro futuro sia la prevenzione e la preparazione culturale alla sostenibilità. il ripristino è un concetto teorico e, a mio avviso, con una buona dose di utopia.
S.D.D.
.
LEGGI ANCHE:
ECOMAFIE – Sei arresti tra pregiudicati, geologo ed ex dirigente comunale