RUBRICA SOSTENIBILITÀ – Case green e classe G? Niente panico: scenari possibili

martedì, 13 agosto 2024

RUBRICA - Piaccia o meno, la direttiva case green ha aperto scenari futuri con duplice effetto: la gioia di proiettarsi verso un mondo più sostenibile da un lato, il terrore di dover fare i conti con costi insostenibili dall'altro. Sappiamo che i nuovi edifici avranno determinate caratteristiche che li renderanno idonei alla direttiva, ma che dire a tutti coloro che vivono e possiedono già un immobile con classe energetica G? Lo analizzeremo con l'aiuto di Pasquale Coppolella, consulente aziendale sulla sostenibilità.

Dottor Coppolella, cosa prevedono le norme europee  per le abitazioni già esistenti in classe energetica G?

Vorrei iniziare spiegando brevemente cosa significa “classe energetica” quando si parla di case. La classe energetica è un sistema scientifico di classificazione che permette di valutare il fabbisogno di energia di case e appartamenti, simile come concetto al sistema delle classi di efficienza energetica degli elettrodomestici. A partire dal 2005 è diventata obbligatoria per legge. Infatti, va sempre calcolata ed indicata in caso di rogiti, annunci immobiliari, sgravi, detrazioni, contratti di locazione, al fine di disciplinare i consumi di energia negli specifici contesti residenziali. Le classi energetiche sono 10 in totale: G, F, E, D, C, B, A1, A2, A3 e A4. I fattori che determinano l’appartenenza di un edificio a una classe sono i seguenti: materiali per la costruzione, caratteristiche dell’impianto di riscaldamento, la tipologia degli infissi. La classe G è quella dove il consumo è più alto rispetto alle altre. Le nuove norme europee, sintetizzate nella direttiva case green, prevedono che: “gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e la classe D entro il 2033. Tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere realizzati a emissioni zero a partire dal 2028”.  L’obiettivo del provvedimento è di agire in modo prioritario sul 15% degli edifici più energivori per ogni stato membro, collocati nella classe energetica G, la più bassa. In Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali  sul totale di 12 milioni, 15% appunto, come da obiettivo. Se però analizziamo un po’ più a fondo la situazione italiana, scopriamo drammaticamente che non stiamo parlando solo di 1,8 milioni di case in classe G, che dovranno adeguarsi entro il 2030, ma di circa 4 milioni entro il 2033. Quindi parliamo di circa il 33%, un numero enorme.  Ma non è tutto, perché ci sono poi norme specifiche emesse di recente per le caldaie. Per gli edifici esistenti è previsto un obbligo di sostituzione graduale delle caldaie a gas con sistemi di riscaldamento alternativi più efficienti e sostenibili. I tempi di sostituzione saranno definiti dai singoli Stati. Indicativamente: dal 2027: obbligo di sostituzione delle caldaie a gas con classe energetica inferiore a G, dal 2030: obbligo di sostituzione delle caldaie a gas con classe energetica inferiore a F, dal 2035: obbligo di sostituzione delle caldaie a gas con classe energetica inferiore a E.

 

 Volendo fare una stima, quanto dovrebbe spendere una famiglia che risiede in un condominio a classe energetica G?

Il costo minimo stimato è compreso fra il 10% al 15% del valore dell’immobile, solo per l’adeguamento della classe energetica, poi ci sono le caldaie. Per un immobile del valore di 200.000 Euro parliamo di circa 30.000 Euro. Un costo molto importante, considerando anche il fatto che nel momento in cui parte l’operazione partono anche speculazioni incontrollabili sui materiali e le attrezzature, come avvenuto per il bonus 110%, solo che questa volta la magnitudine è molto più grossa.  

Molte famiglie non potranno permettersi questi interventi. Prevede l'introduzione di incentivi e agevolazioni?

La UE stima un costo totale per tutta Europa circa 300 miliardi di Euro, ma questo è ridicolo, perché ci sono stime molto più grandi. Dove prendere questi soldi è un mistero e soprattutto, in che modo l’UE contribuirebbe?  D’altro canto il parco immobili da ristrutturare sono quelli più antichi, sui quali è difficilissimo intervenire o quelli dei più poveri. Se io sono povero e devo spendere 30.000 euro, dove li prendo questi soldi? E’ evidente che un provvedimento di questo tipo si rivolge alle classi sociali meno abbienti e quindi è altrettanto chiaro che è necessario l’intervento della Stato. L’unica alternativa che vedo possibile e plausibile, e sono certo sarà la strada, è che l’Europa intervenga, decidendo di emettere debito comune, rendendo disponibili bonus anche del 100%  e allora in quel caso la cosa potrebbe avere senso, anche se solo parzialmente, infatti è stato calcolato che mancano i tecnici e che ci vorrebbero secoli per sanare tutte le abitazioni coinvolte. Una cosa abbastanza illusoria. Inoltre il divieto di vendere immobili in classe G, emesso dalla direttiva,  è contro le costituzioni di tutti gli stati, quindi è solo una dichiarazione di principio. Non essendo poi previste sanzioni, l’assunzione che una casa in classe G non varrà più niente è del tutto arbitraria, perché il mercato delle case a buon prezzo è molto fiorente e la casa energeticamente efficiente,  in coerenza con le normative, ad un prezzo proporzionale, va bene per chi se lo può premettere. Pochi in percentuale.  In conclusione, io credo che la norma verrà diluita e allungata, con migliaia di deroghe lasciate nelle mani dei governi nazionali e incentivi molto importanti. Quindi io direi: calma e niente panico, ho la sensazione che la cosa si ridimensionerà molto presto.   

S.D.D.

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)