CANTÙ- Il Consiglio Comunale, giovedì sera, ha cambiato casa: luogo d’incontro l’aula dell'Istituto Sant'Elia anziché il salone dei convegni di piazza Marconi attualmente in ristrutturazione. Un’adunanza aperta, con ospiti illustri, convocata dai gruppi consiliari PD, Unire Cantù, Cantù con noi, Lavori in corso, Cantù Rugiada, Movimento Cinquestelle, con temi importantissimi: le libertà individuali, collettive e il diritto di culto.
Da anni lo scontro tra associazioni islamiche e Comune, in merito alla destinazione di un luogo di culto a loro destinato, è acceso.
L’introduzione è stata affidata al consigliere Latorraca (PD) che ha sottolineato il contenzioso tra Comune e associazioni islamiche che da anni lottano per esercitare completamente e liberamente il diritto di culto. Di fatto, secondo Latorraca, questo nega un diritto fondamentale dell’uomo. Latorraca ricorda lo slogan “Mai una Moschea a Cantù” che, secondo il consigliere, non apre al dialogo con altre realtà presenti nel territorio e si scontra con la libertà di culto garantita dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Successivamente ha preso parola il professore dell’Università degli studi dell’Insubria Antonio Angeleucci che ha rimarcato il diritto di disporre di luoghi di culto previsto dalla Costituzione e dalle leggi che regolamentano le autonomie regionali e locali. Il professore ha auspicato l’utilizzo del buon senso per garantire alla comunità islamica un luogo di culto.
Dopo le parole di Angelucci tante voci, molti delle quali femminili, dell’associazione Assalam hanno rimarcato gli ideali pacifici dell’Islam e il loro senso di appartenenza alla comunità.
Erba (Movimento Cinquestelle) ha sottolineato l’incostituzionalità del negare un luogo di culto ai fedeli islamici. Una problematica presente non solo a Cantù ma anche in altri comuni del territorio.
Bruno Magatti, voce di Civitas (associazione politica e culturale), ha sottolineato il concetto di laicità della nostra Costituzione. Lo studioso ha auspicato la laicità dello Stato e delle Istituzioni capace di garantire inclusione a tutti, anche all’Islam.
Don Giusto Della Valle, simbolo di inclusione, si è posto la domanda su quale Italia vogliamo. Don Giusto ha ribadito quanto le aggregazioni facciano paura a chi governa il mondo. Il prete di Rebbio, quartiere comasco multietnico, ha sottolineato che il futuro dell’Italia sarà sempre più multietnico e lo sguardo dovrà essere aperto agli altri senza escludere nessuno. Un mondo aperto al dialogo costruisce una società giusta e pacifica.
Gabriele Maspero (Lega) sottolinea di non capire il senso di questo consiglio comunale, rimarcando quanto i diritti siano garantiti nel nostro territorio. Maspero ribadisce l’importanza delle leggi che garantiscono il vivere civile e auspica una cultura forte capace di integrare le persone.
Il sindaco Galbiati ha spiegato il problema tra Comune e associazione Assalam: il primo cittadino ha evidenziato che è falso dire che il Comune non ha mai voluto aprire un dialogo con l’associazione perché in molte occasioni ha incontrato i membri di Assalam. Galbiati ha rimarcato che le leggi devono essere rispettate, gli ostacoli posti per l’apertura del centro di culto islamico canturino sorgono da precisi criteri che trovano riscontro nella normativa.
La strada verso l’accordo è ancora lunga.
RedPol