MESTRE (VE) - A suo modo, il match di domenica pomeriggio al 'Taliercio' rappresenta una sorta di primato per la Pallacanestro Cantù. Ma non proprio di quelli positivi.

Seguendo da anni e anni il basket il cronista fa mente locale, si chiede se ha mai visto la squadra canturina giocare così male e, senza esitazioni, si risponde serenamente che no - al di là dei numeri, del distacco finale, delle percentuali orrende e gli appena 28 punti segnati a metà partita - mai si era assistito, da tempo, a una gara così inguardabile.

Si affronta una squadra che non vince da lunga pezza e manifesta difficoltà di varia natura. Ma i canturini sono (per scelta) giovani, leggeri, inesperti e non reggono il confronto - specie fisicamente - in un modo fin troppo evidente. Ci si mette un po' la Reyer nel secondo quarto a subire un mini-break, vantando comunque un +11 al giro di boa.

Poi succede che all'inizio della terza frazione, se possibile Cantù peggiora e riesce nell'impresa di non infilare un punto per oltre 5 minuti. Così non si va da nessuna parte, e il margine cresce fino a superare le venti lunghezze a favore dei veneziani e a toccare il +30 nel quarto periodo.

Pancotto manifesta più volte la sua meraviglia davanti alle telecamere: la sua squadra non regge ma non gioca nemmeno.

Le iniziative sono tutte dei singoli, non si vede una minima idea di organizzazione in campo, i padroni di casa prendono il largo stracciando un'Acqua San Bernardo irriconoscibile e preparandosi all'imminente super derby che torna dopo secoli contro l'"odiatissima" Treviso.

Encomiabili a proposito di tifo i supporter canturini giunti a Mestre. Per gli Eagles e per tutti, c'è da augurarsi che molto rapidamente la squadra cambi rotta. In modo drastico, perché lo spettacolo offerto in Veneto - al di là della qualità dell'avversaria - è stato veramente di quelli da dimenticare.

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