LA RIFLESSIONE – Il sindaco di Cantù fra destra e sinistra

venerdì, 8 luglio 2016

Il biancorosso sindaco di Cantù insiste nel sostenere una tesi assai originale secondo la quale non esisterebbe più alcuna differenza fra destra e sinistra e la storica contrapposizione fra capitale e lavoro sia cosa del tutto superata, nulla più di una curiosa disputa da lasciare ai libri di storia e alla discussione di alcuni sfaccendati.

Non per ricorrere ad uno dei soliti luoghi comuni ma il farmaco-elvetico sindaco di Cantù assomiglia tanto a quel tale che anziché ammirare la luna, concentra il proprio sguardo sul dito che ne indica la posizione nel cielo notturno.

Il fatto che, nel mondo contemporaneo, esista un largo consenso su molti principi fondamentali di giustizia sociale e che il principio secondo il quale uguali diritti, il più possibile estesi, vadano garantiti a tutti sia largamente accettato, non può essere confuso con la miracolosa scomparsa del conflitto sociale e l’omologazione di ogni opzione politica.

Peraltro non occorre certo essere uno storico per sapere che, per giungere a questa situazione ed alla generale condivisione di questi principi, si è passati attraverso la Rivoluzione francese, i conflitti sociali dell’Ottocento e le lotte operaie del Novecento.

Nella società del XXI secolo la linea di separazione, e di conflitto, fra le due posizioni politico-sociali tradizionali, quella liberale di destra, che sostiene che solo le forze del mercato, l’iniziativa privata e l’incremento della produttività consentono di migliorare a lungo termine redditi e condizioni di vita dei meno abbienti, e quella progressista di sinistra, secondo la quale soltanto le lotte sociali e politiche possono consentire di alleviare la miseria dei meno abbienti prodotta dal sistema capitalistico, non passa più dal principio astratto della “giustizia sociale”.

Nella società contemporanea il conflitto destra/sinistra passa fra due concetti diversi e distinti di redistribuzione della ricchezza e dalla scelta degli strumenti più idonei a garantire una redistribuzione più equa del reddito prodotto.

In altri termini, la differenza fra destra e sinistra è nella risposta a questa domanda: bisogna lasciare che il mercato, con il suo sistema dei prezzi, operi liberamente ed accontentarsi di operare una redistribuzione della ricchezza mediante l’uso della tassazione e dei trasferimenti fiscali oppure bisogna cercare di modificare strutturalmente il modo in cui le forze del mercato operano e producono le disuguaglianze?

Dunque, lungi dall’essere scomparse, le differenze fra destra e sinistra, la contrapposizione fra capitale e lavoro, il conflitto sociale sono ben presenti e operano anche nella società contemporanea benché in forme e modalità diverse da quelle storicamente conosciute sino ad oggi.

Enzo Marelli

 

Le lettere pubblicate su questo giornale sono opera di singoli i quali si assumono la responsabilità delle opinioni espresse – non necessariamente condivise da Il Canturino news

 

 

 

il Canturino NEWS - supplemento quotidiano a Lario News, testata giornalistica registrata (Tribunale LC n. 234/2015)