COMO – Roghi rifiuti e infiltrazioni mafiose. A Mariano “si doveva agire d’anticipo”

mercoledì, 10 luglio 2019

MILANO - Contestualmente alla visita dalla Commissione parlamentare sulle ecomafie a Mariano Comense è stato divulgata la relazione sull’Indagine sullo stoccaggio e traffico illecito di rifiuti in Lombardia (qui il testo integrale) promossa in Regione Lombardia dalla Commissione Antimafia presieduta dall’esponente del M5S Monica Forte.

Nella relazione emerge un quadro preoccupante legato al territorio comasco.

In particolare “Un primo dato utile è la classifica regionale dell’illegalità del ciclo dei rifiuti, che vede la Lombardia all’ottavo posto, con 399 infrazioni accertate, pari al 5,5% del totale nazionale; al primo posto nel contesto settentrionale. Disaggregando i dati, al fine di osservare più nel dettaglio le diverse province, sono state accertate un maggior numero d’infrazioni nelle provincie di Brescia, Bergamo e Como.”

Ancora “non si possono trascurare le province di Como e Varese, le quali non possono essere definite “zone critiche”, ma sono attenzionate per il trasporto di rifiuti transfrontalieri generati dalle attività di movimento terra in Canton Ticino”. Quanto ai roghi “secondo i dati in possesso dei Vigili del Fuoco, si sono verificate situazioni di luoghi in cui sono avvenuti incendi ciclicamente, ma non si è di fronte ad una patologia degna di rilevanza. Volendo invece osservare il numero di incendi nei siti di stoccaggio o nelle discariche, nel 2018 se ne sono verificati 32, con una maggior incidenza nelle province di Como e Milano”.

A sorpresa, in ambito Prefettizio “Bergamo e Como sono le uniche due Province dove non è stato fatto ancora nulla, non sono stati istituiti i Nuclei Ambiente e non si è avviata alcuna altra attività”.

L’Indagine contiene anche un focus sulla discarica di Mariano Comense oggetto di audizione dei rappresentanti dell’amministrazione del Comune il 6 maggio scorso. Raffaele Erba, consigliere regionale del M5S Lombardia: “Il quadro che emerge è preoccupante e desolante, ma lo studio ha un importantissimo valore per l’approfondimento del fenomeno sul nostro territorio.

Anche gli ultimi fatti di cronaca confermano che nel comasco, come in Regione Lombardia, il radicamento delle attività mafiose è ormai considerevole. Prova ne siano gli  arresti di Legnano e Lonate Pozzolo che, se inseriti nel quadro generale, danno un peso ancora maggiore all’entità del problema.

I risultati dell’indagine individuano anche buone pratiche, come l’installazione di telecamere e l’implementazione di una anagrafe degli impianti, per far fronte alle infiltrazioni mafiose nel ciclo dello smaltimento dei rifiuti.

Per prevenire gli incendi a Mariano si doveva agire d’anticipo. Quanto all’assenza a Como dei Nuclei ambiente chiederemo nelle sedi opportune il loro avvio perché sono presidi utili nella prevenzione dei rischi”.

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