AUTOVELOX – Utili per la sicurezza o per far cassa? Acus: “Si saprà fra un po’”

lunedì, 30 maggio 2016

Marzio MarelliCANTÙ - Ancora molto acceso il dibattito sugli autovelox da poco installati a Cantù e che presto, nel mese di giugno, diverranno operativi. A parlare questa volta è Marzio Marelli, coordinatore della sede distaccata ACUS (Associazione Civica Utenti della Strada) di Cantù. Si tratta di un gruppo relativamente più giovane rispetto a quello di Como, il cui presidente è Mario Lavatelli, ma che vanta già un numero cospicuo di soci (28) e il cui intento è quello di salvaguardare gli utenti della strada.

Al momento la nostra associazione non ha niente da obbiettare contro l’installazione di queste torrette – spiega Marelli –. Tutto è avvenuto in maniera regolare e il Comune ha seguito le norme prestabilite. Non sappiamo con certezza a che società si è rivolto per l’acquisto dell’apparecchiatura, ma di certo sono omologate.”

Autovelox Cantù“Bisogna ricordare che una certa percentuale del ricavato dalle sanzioni, deve obbligatoriamente essere investito nella viabilità e sarà nostra premura controllare che ciò accada - prosegue -. Inoltre il Comune avrà studiato delle statistiche e deciso in base a quelle dove posizionare gli autovelox, naturalmente tra uno o due anni, sarà opportuno verificare se realmente queste collocazioni sono le più adatte o meno.”

“Quindi – conclude – protestare ora è affrettato. Bisogna valutare la situazione più avanti e assicurarsi che tutto proceda secondo le regole: che la percentuale sulla viabilità venga sfruttata ed escludere, quindi, lo scopo di fare cassa, che le torrette siano sempre segnalate e accompagnate da una pattuglia e, soprattutto, che ci sia una reale utilità per la sicurezza.”

Altre soluzioni non paiono possibili: “L’utilizzo dei dossi potrebbe essere una buona idea, se non fosse che su alcune strade sono vietati per legge, a causa del transito di vetture di soccorso, come quelle dei Vigili del Fuoco o della Croce Rossa. Dovendo avere la possibilità di andare ad alte velocità, se la situazione lo richiede, questi diventerebbero un ostacolo”.

Barbara Mattioli

 

 

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