PROSTITUZIONE – Coppia a processo per la tratta delle nigeriane in Brianza

mercoledì, 11 aprile 2018

CANTÙ – Il fenomeno della tratta delle ragazze nigeriane in Italia è tristemente noto: attirate con false promesse, affrontano un viaggio pericoloso in mezzo al deserto e al Mediterraneo, per poi finire costrette a lavorare come prostitute. È così è accaduto anche a Cantù: una ragazza è stata fatta viaggiare dall’Africa alla Brianza, con la promessa di un posto di lavoro, per poi essere obbligata a prostituirsi, ricattata con alcune foto e video che la ritraevano nuda. Ora - lo riporta Il Giorno - sono finiti a processo in due, connazionali della donna residenti a Cantù, accusati di reclutamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione e violazione della legge sull’immigrazione clandestina: B. O. 32 anni, finita agli arresti domiciliari a giugno scorso, e il compagno convivente O. N., 28 anni, ancora in carcere per questa vicenda. Entrambi negano le accuse.

La ricostruzione dei carabinieri della Tenenza di Mariano Comense ricalca da vicino la trama tipica delle storie della tratta delle ragazze nigeriane: i due connazionali dopo aver aiutato la giovane a lasciare i centri per migranti del Sud Italia e averla portata a vivere nel Canturino insieme a loro con la promessa di lavorare come commessa in un centro commerciale, l’avrebbero costretta con minacce e violenze fisiche a prostituirsi nel Marianese, per ottenere la restituzione di 20mila euro che sarebbero stati investiti nel viaggio per farla arrivare in Italia. Inoltre la donna doveva contribuire alle spese di mantenimento quotidiano. Una volta liberata dalle forze dell'ordine la vittima era stata affidata a un centro antiviolenza, che si era occupato del suo recupero e reinserimento.

 

 

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