COMO - "In questi giorni a Como e in altri paesi del comasco sono apparsi numerosi cartelloni pubblicitari deplorevoli corredati da un'immagine provocatoria e di cattivo gusto, firmati dal movimento Pro Vita e Famiglia. Manifesti che lanciano stereotipi di genere offensivi e inaccettabili che mirano solo a creare allarme e preoccupazione contro una immaginaria e inesistente - lo ripetiamo inesistente - teoria gender".
Questa la dura presa di posizione del Partito Democratico provinciale di Como dopo che la città è stata tappezzata da manifesti pubblicitari con il deprecabile slogan: "Basta confondere l'identità sessuale dei bambini nelle scuole". I manifesti, apparsi anche in altre zone del territorio comasco, fanno parte di una campagna iniziata già i mesi scorsi in molte città italiane, arrivata in questi giorni anche nella nostra provincia.
"Non è la prima volta che Pro Vita - continua la nota del PD comasco - propone affissioni di questo tipo in tutta Italia: una campagna pubblicitaria indegna studiata ad arte per distorcere la realtà dei fatti, dietro la quale emerge in tutta evidenza la paura di affrontare senza pregiudizi il tema di dare ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze nelle scuole un'educazione all'affettività e alla sessualità. Soprattutto a scuola si dovrebbe insegnare ad essere cittadine e cittadini rispettosi delle diversità, della libertà, dell'uguaglianza e non a discriminare in base all'orientamento sessuale, religioso o di altro genere".
"Crediamo sia fondamentale formare adulti di domani maggiormente sensibilizzati, attenti a non discriminare, consapevoli e informati su tematiche così importanti – concludono i dem - volte al rispetto delle differenze, del diverso da noi, a non confondere sentimento e possesso, a non considerare l'altro come un oggetto di cui disporre a proprio piacimento come purtroppo abbiamo visto accadere nei tanti troppi casi di femminicidio nel nostro Paese, a saper accettare i 'no' sentimentali, con buona pace di quanti si ostinano a far prevalere, ancora oggi, pregiudizi, ipocrisie e falsità".
RedPol