OMICIDIO MOLTENI – L’architetto doveva essere “soltanto” gambizzato

giovedì, 6 ottobre 2016

alfio vittorio molteni2CARUGO - Con il passare delle ore si rendono sempre più chiari i fatti che hanno portato all'omicidio di Alfio Molteni, l'architetto brianzolo ucciso da un colpo di pistola la sera del 14 ottobre di un anno fa.

L'ex moglie Daniela Rho (45 anni di Cabiate), arrestata insieme a un commercialista 49enne di Inverigo, Alberto Brivio, secondo gli inquirenti sarebbero i mandati dell'omicidio e sono inoltre accusati di omicidio aggravato, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola, danneggiamento e stalking.

Già, perché - come riporta il quotidiano Il Giorno - le indagini, condotte da Pasquale Adesso, sostituto procuratore di Como che ha coordinato il lavoro dei carabinieri del Nucleo investigativo di Como e del Ros di Roma, hanno rivelato che si sarebbe trattato di un disegno preciso, il cui fine era di fornire al giudice elementi tali da ritenere che Molteni conducesse una vita pericolosa e che le due bimbe – di 10 e 5 anni – non potessero stare con un padre che le esponeva a continui rischi assegnandole in esclusiva alla moglie.

alfio-molteni-daniela-rho-alberto-brivioSempre come ricostruisce Il Giorno, Alfio Molteni, tra maggio e ottobre dello scorso anno, era andato incontro a una serie di aggressioni di cui lui stesso non si capacitava: dapprima una minaccia da parte di due uomini che lo affiancano in auto poco dopo aver riconsegnato le bimbe all’ex moglie, poi l’incendio della sua Range Rover,una bottiglia incendiaria lanciata nel giardino, e otto colpi di pistola esplosi in pieno giorno contro la finestra di casa, il 27 luglio. In quest’ultimo caso gli intenti di Daniela Rho vanno a buon fine: il giudice civile, che sostituisce la collega titolare del fascicolo della separazione, impedisce al padre di passare le vacanze con le bimbe.

Ma al rientro del giudice titolare, il provvedimento - come si legge nelle pagine de Il Giorno, viene ribaltato, aprendo la strada alla necessità di una nuova azione da portare davanti in tribunale. Sarebbe stata questa la genesi dell’agguato finale, quello che alzava il livello di pericolosità a cui era esposto l’uomo: non più casa o auto, ma lui stesso.  Così i due, attraverso Luigi Rugolo, guardia giurata di 44 anni al servizio di Brivio, che fin dall’inizio aveva assoldato gli esecutori materiali di ogni azione, vengono reclutati due uomini che hanno disponibilità di un’arma, con cui andare sotto casa a gambizzare l’architetto al suo rientro dal lavoro. L’incarico viene affidato a Vincenzo Scovazzo, 60 anni, e Michele Crispoulli, 45 anni, già finiti in carcere. Molteni doveva essere solo gambizzato, ma andò molto peggio.
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