CANTÙ - La scorsa settimana era al Pianella per la sfida tra Cantù e Pistoia, poi era tornato a Mestre per trovare Walter De Raffaele (attuale head coach di Venezia) e famiglia, ora è di nuovo in Brianza.
Carlo “Charlie” Recalcati, icona della Nazionale e di Cantù, un palmares infinito tra giocatore e allenatore, in questi giorni si sta rilassando dopo l’esonero da allenatore dell’Umana.
“Sto molto bene e non è un modo di dire – afferma sorridendo il Charlie – e so anche che si potrebbe pensare di trovare una persona depressa o delusa. Chiaro che c’è un fondo di dispiacere, perché avendo un lavoro “a termine” avrei voluto portarlo fino in fondo, invece così è interrotto a metà strada e non avrò mai la risposta su quello che sarebbe successo in una stagione intera”.
Recalcati è stato sollevato dall’incarico a metà febbraio, dopo parecchi giorni di tensione, dovuti alla rottura con il presidente Brugnaro: “Era una decisione nell’aria da almeno un mese – spiega serenamente Recalcati – non è quindi arrivata all’improvviso e la sto vivendo molto bene, ed è anche una sensazione nuova perché è la prima volta in vita mia che non ho impegni; quando allenavo i primi anni, mi ero tenuto l’agenzia di assicurazioni, poi con la Nazionale non ho mai staccato, lavorando durante l’estate. Ora ho la possibilità di provare qualcosa di nuovo e dirlo a 70 anni fa un po’ ridere, lo so!”
Da quando ha lasciato Cantù (1990), Carlo Recalcati non si è mai fatto mancare le uscite con gli amici canturini, anche se la gente l’ha sempre visto come avversario, come racconta in un curioso aneddoto: “Ricordo una volta che ero in banca e all’epoca allenavo Siena, dietro di me c’era una persona che evidentemente voleva dirmi qualcosa, fino a che ha preso coraggio e mi ha detto «va bene Varese, va bene anche la Fortitudo, però Siena no!»”.
Difficile trattenere qualche risata, ora Recalcati percepisce che non è più visto come avversario, e la scorsa stagione non avrebbe mai voluto incontrare Cantù ai playoff, in quella serie giunta a gara 5 al PalaTaliercio, vinta da Venezia grazie anche al palazzetto indemoniato e Metta World Peace espulso, con Renzo Colombini (preparatore atletico della Reyer) bloccato dallo stesso Recalcati a bordo campo, nel parapiglia generale che si era creato.
“Cantù era molto rinforzata dall’arrivo di Metta e sapevo che incontrarla, a livello personale, avrebbe voluto dire passare giorni importanti sul piano dello stress – confida il Charlie – e quando a fine partita dissi che “Taliercio batte Pianella” era un complimento al palazzetto più caldo d’Italia, e allo stesso tempo ai veneziani che avevano tifato in quel modo”.
Prontamente, per spiegare quanto la tensione dopo una partita possa essere alta, arriva un altro aneddoto: “Pino Sacripanti disse che Renzo Colombini, preparatore anche in Nazionale con lo stesso Sacripanti, avrebbe dovuto prendere un tecnico per il suo comportamento, io e Colombini eravamo in pizzeria e leggemmo le dichiarazioni di Pino; non ho fatto in tempo a placcarlo, prese il telefono, lo chiamò e gliene disse di ogni!”.
Si potrebbe chiacchierare per ore con l’uomo e professionista Carlo Recalcati, che molto ha da insegnare, ed è quindi inevitabile provare a capire cosa farebbe, se fosse in questo momento alla guida di Cantù: “Dovrei avere innanzitutto molta pazienza, perché una squadra non la costruisci in un mese, soprattutto se ci sono stati cambiamenti a più riprese. Potenzialmente è da playoff, il tempo c’è e la classifica è molto corta, tutto passa dal processo di diventare squadra”.
“Ancora più importante – prosegue – i giocatori devono conoscersi e capire l’allenatore, arrivare ad un punto in cui quello che chiede il coach non è più un semplice “eseguire” ma fare proprio quel concetto e riuscire poi a farlo meglio”.
Prima del match con Pistoia, il coach canturino ha pranzato con Gerasimenko e Andrea Mauri, un incontro che gli ha permesso di conoscere il nuovo patron biancoblu: “È una persona vulcanica e ha delle grandi idee con tanta voglia di fare, ha capito l’importanza della pallacanestro per il territorio e per Cantù, e non è scontato perché quando fai un’operazione come la sua si tratta di un investimento economico, invece per lui non è semplicemente questo. Credo che Gerasimenko debba dire «voglio vincere il campionato» e deve porsi un limite temporale – aggiunge Recalcati – creando un nucleo base di squadra per continuare stagione dopo stagione, poiché quando ho vinto, è successo perché prima di me esisteva già una squadra e con piccoli cambiamenti è diventata più forte”.
In tanti vorrebbero Carlo Recalcati come coach dei brianzoli, ma per ora nel suo futuro non c’è nulla di prestabilito: “Ho un contratto con Venezia anche l’anno prossimo e il primo passo non lo intendo fare io – chiarisce Recalcati – purtroppo il progetto con De Raffaele, di cui ho grande stima e volevo che il prossimo anno fosse allenatore, non si potrà concludere. Con lui parlavo dell’esperienza di non fare niente, non sarebbe male!”
Si lascia quindi ad una risata il Charlie; si dice che sarà interpellato per diventare presidente di Lega eppure, come conclude lui stesso: “Non escludo nulla ma mi sento allenatore, non presidente”. Chissà..
Davide Porro