CANTÙ - Nel cuore di Cantù esiste un luogo che racchiude ogni genere musicale, un crocevia di artisti che operano nel campo della ricerca sonora, uno spazio in grado di connettere realtà diverse ed è proprio da questo concetto che prende il nome: Spazio Tribù.
Nato nel 2005 dalla società cooperativa Mondovisione, è diventato un punto di riferimento culturale su cui gravitano musicisti, band, tecnici del suono, sound designers e tutti coloro che si collocano nella sfera della progettazione di eventi musicali.
Un laboratorio creativo sempre in fermento ci garantisce Valerio Bianchi, responsabile tecnico della struttura.
Qual è l’offerta di Spazio Tribù?
Abbiamo a disposizione tre sale prova con strumentazione di qualità, una sala di missaggio, due sale di ripresa e una sala prove in cui è possibile registrare demo in presa diretta con prezzi agevolati. A questo si aggiungono una scuola di musica con insegnanti qualificati e una serie di laboratori socio-rieducativi destinati ai giovani che arrivano da una situazione di disagio.
Qual è la funzione educativa della musica?
Suonare uno strumento significa studio, fatica, pazienza, dedizione e questi sono insegnamenti preziosi che favoriscono la crescita personale di ogni individuo.
Lo spazio è aperto a ogni genere musicale?
Assolutamente sì, nella nostra struttura la dimensione musicale è accolta in tutte le sue forme infatti da noi transitano sia artisti che provengono da stili moderni sia quelli legati alla musica classica.
Quali obiettivi si pongono i musicisti con cui collaborate?
Migliorare la performance ma anche ricercare un proprio stile attraverso la reinterpretazione e personalizzazione delle sonorità già presenti nel panorama musicale.
Un panorama musicale che è cambiato molto con l’avvento del sound design.
Non c’è dubbio. Le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di pensare e produrre musica e questo processo è in continua evoluzione.
Qual è la differenza tra un sound designer e un musicista?
Entrambi devono avere una conoscenza musicale molto ampia. Il suono creato dal sound designer è tecnicamente perfetto ma privo di quelle sbavature che umanizzano il prodotto musicale. Sono due figure complementari in un ideale musicale che accoglie innovazione, velocità e perfezione insieme alla necessità umana di utilizzare uno strumento per produrre un’esecuzione certamente imperfetta, ma proprio per questo inimitabile.
Com’è cambiata l’industria musicale?
È cambiata molto. La chiave del successo è legata sempre di più alla propria capacità promozionale e imprenditoriale, tuttavia permane il valore della qualità artistica legata al prodotto musicale: fare buona musica rimane un requisito imprescindibile ed è questo il messaggio che veicoliamo con la nostra attività.
Musica come spazio di apprendimento, emancipazione e condivisione.
Simona Di Domenico







