CANTÙ - Il sindaco Claudio Bizzozero, difeso dall'avvocato Marco L. Colombo, chiede i danni al direttore responsabile del “Giornale di Cantù" Giancarlo Ferrario ed alla Editrice Lecchese S.r.l. nella persona del suo legale rappresentante. Motivo: l'articolo con titolo in prima pagina “Sindaco “licenziato” dal notaio Colnaghi" di sabato 1 agosto 2015.

Collegata all’uscita del Giornale la locandina che recitava testualmente IL SINDACO BIZZOZERO “LICENZIATO” DAL NOTAIO. Nell'’articolo affermazioni che il legale del primo cittadino giudica "lesive della dignità personale e dell’immagine professionale e pubblica" dI Bizzozero. "Una verità incompleta è una notizia falsa" dichiara l'avvocato Colombo che ha avanzato contestualmente una richiesta di risarcimento danni quantificata in 52.000 euro (o comunque la somma che il Tribunale riterrà "di giustizia"). La causa, la cui data non è ancora fissata presso il palazzo di Giustizia di Como, è stata assegnata al giudice Paola Parlati.

A detta della parte che si considera lesa, la notizia come riportata "è palesemente falsa" per il merito (non vi sarebbe stato alcun licenziamento, in quanto il rapporto professionale di Bizzozero presso lo studio notarile non è mai stato di tipo subordinato) e poiché l’interruzione del rapporto professionale sarebbe stata una scelta "condivisa da entrambe le parti".

Inoltre, se nell’articolo del Giornale di Cantù si parlava di un licenziamento ”causato dalla posizione assunta dal sindaco in polemica con una iniziativa benefica promossa dalla BCC di Cantù" (l’acquisto della una nuova Tac per l’ospedale canturino), sarebbe stato poi lo stesso notaio Colnaghi ad affermare che non vi è alcuna relazione tra i due fatti e che l'interruzione del rapporto di collaborazione di Bizzozero risalirebbe a una data precedente ai fatti di cui sopra.