FURTI – La Cantù più razzista se la prende con i giostrai

giovedì, 31 gennaio 2019

CANTÙ - La consueta ondata di furti che si abbatte regolarmente sulla città, in particolare nei mesi invernali, ha offerto un buon pretesto alla Cantù più razzista e intransigente di uscire dal letargo, con un’imbarazzante sequela di accuse e di velenose cattiverie rivolte ai giostrai di corso Europa, ritenuti da una parte della cittadinanza – auspicabilmente una minoranza – i responsabili delle ruberie e dei tentativi di effrazione, quasi che ogni singolo furto verificatosi ultimamente in città fosse a loro attribuibile.

Chi lancia questo genere di accuse, nella maggior parte dei casi,  sembra non avvezzo agli approfondimenti o a deduzioni basate su fatti, insomma una mente semplice per cui andrebbe certamente perdonata, o perlomeno compatita.
L’insistenza con cui sono stati accusati, ultimamente, i poveri giostrai sembra affondare le proprie radici in un fenomeno nuovo, figlio dei nostri tempi, per il quale ogni ragionamento o affermazione o accusa vengono formulati non in seguito alla valutazione dei diversi aspetti dei fatti, ma basandosi più su dinamiche istintuali, in particolare su quelle più basse e meschine.

Ciò è particolarmente evidente sui social network e in alcuni cosiddetti gruppi di controllo di vicinato, dove si affacciano a dire la propria personaggi dalle teorie strampalate, dal complottismo più stucchevole che non manca di sfociare negli insulti più beceri. Chi lega l’aumento dei furti all’arrivo delle giostre, solitamente, manifesta la sua posizione con espressioni del tipo “è colpa dei giostrai”, o “per forza, sono arrivate le giostre!”. Senza considerare un fatto incontestabile.

I furti, a Cantù, si ripetono ormai con costanza anche per più mesi consecutivi, quasi sempre nel periodo invernale, indipendentemente da ogni altro fattore esterno.

Un’altra possibile spiegazione per questo genere di accuse risiede nella mancanza di un vero bersaglio, di qualcuno da incolpare. Attribuire ogni responsabilità ai terribili giostrai è un atto liberatorio, di una comodità addirittura estrema, al quale i canturini disorientati sembrano abbandonarsi con grande facilità. Disorientati, sì, perché ormai i canturini, quando si parla di sicurezza, non sanno più a quale santo rivolgersi. Anche il rinnovato assessorato alla sicurezza, presentato come una sorta di inespugnabile baluardo contro il crimine, sembra un po' meno affidabile, nonostante le bodycam e i tablet di nuova generazione in dotazione ai vigili urbani.

E intanto l’ondata di furti non accenna a diminuire.

Questa sera la Cantù tradizionalista sarà costretta ad abbandonare le proprie abitazioni, lasciandole alla mercé dei ladri, per recarsi in piazza Garibaldi, dove si darà fuoco al fantoccio della Giubiana. La speranza è che oltre al fantoccio, nella notte canturina, le lingue di fuoco possano divorare anche le bassezze, gli inestirpabili pregiudizi di chi sbraita, incolpa manovrato dal proprio sentimento di paura.

Riccardo Intini 

 

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