CULTURA – Monastero di S.Maria e turismo: “Rinfreschiamo le conoscenze”

domenica, 16 giugno 2019

Gent.ma Sig.ra Girgi, leggo nel programma del sindaco Galbiati che cultura e identità territoriale rappresentano uno degli aspetti dei quali la giunta di cui fa parte con la delega alla Cultura, avrà particolare cura.

Spero vivamente che ciò non si traduca in operazioni di nessuna utilità, come abbiamo visto nel passato, quando l’appartenenza identitaria al territorio veniva perseguita in maniera tragicomica con il cambiamento di alcuni cartelli stradali, pensando, forse, che sostituire un improbabile "Pianella" al "Largo Adua" ufficiale bastasse a garantire l’identità culturale cittadina.

Fra pochi giorni ricorre il 933° anniversario della fondazione del monastero cluniacense di Santa MariaSi tratta, in ordine di tempo, del terzo avvenimento politico-religioso più importante che sia avvenuto nel canturino durante l’XI secolo, dopo il passaggio di Ariberto da Intimiano a Galliano e quello di Arialdo a Cucciago.

Ma mi duole constatare che è anche quello più negletto e bistrattato!

C’è da mettersi le mani nei capelli quando si legge sulle indicazioni turistiche del Municipio o negli scritti dedicati al monastero di improbabili "Agnese" giunte dalla Borgogna o di scandalosi "Adalberto" giunti da Cluny a fondare il monastero. Suvvia, siamo seri!

Sono passati quasi due secoli da quando Carlo Annoni ha pubblicato il suo "Monumenti e fatti politici e religiosi del borgo di Canturino e sua pieve"; e sarebbe quanto meno opportuno dare una rinfrescatina alle nostre conoscenze sulla storia del monastero.

Tanto più che in Francia, in Svizzera, in Germania e in molti altri Paesi europei il cosiddetto "turismo cluniacense" muove migliaia di persone ed esiste persino una Fédération Européenne des Sites Clunisiens che riunisce e promuove i luoghi che hanno contribuito alla diffusione del monachesimo cluniacense in Europa.

Vabbè, noi canturini, anziché promuovere il sito, abbiamo preferito farci la sede del municipio e, ancor peggio, ci apprestiamo a farne la sede della polizia municipale (sic!).

Ma almeno non sottraiamoci al dovere di realizzare una qualche degna iniziativa di carattere scientifico che permetta di ricostruire la storia quasi millenaria del monastero di Santa Maria.

Cordialmente
Enzo Marelli

 

 

 

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