COMUNE – Arosio non molla: “Gravi irregolarità nella procedura d’appalto”

martedì, 18 luglio 2017

CANTÙ –  Le impressioni lasciate da ogni consiglio comunale si formano soprattutto attraverso le sensazioni legate ai suoi momenti culminanti, ai suoi attimi più significativi. E il consiglio comunale di lunedì sera, a cui ha assistito un centinaio di persone, di momenti significativi può vantarne davvero parecchi: il vibrante discorso del Sindaco eletto, Edgardo Arosio, la sua intenzione di voler sottolineare “i vizi legati alla procedura d’appalto gestita dal Comune” – l’esistenza di un contratto d’appalto tra il Comune di Cantù e un’impresa amministrata dal fratello di Arosio, Armando, al momento costituisce la principale causa di incompatibilità – i battibecchi tra Francesco Pavesi e l’On. Nicola Molteni – eccezionalmente presente in aula in veste di presidente del Consiglio Comunale –, la conferma dell’avvio della procedura di incompatibilità (7 favorevoli, nessun contrario e 15 astenuti) e l’annuncio inaspettato di Arosio, secondo il quale la giunta verrà definitivamente nominata “nel giro di due giorni” (cioè domani).

“Gli effetti negativi di questa vicenda – annuncia Edgardo Arosio – si ripercuoteranno per anni sulle generazioni attuali e future della mia famiglia. La legge che mi impedisce di svolgere i miei doveri da Sindaco è del tutto assurda: l’interesse privato è tutelato a dispetto dell’interesse pubblico. Ma io sono il Sindaco di Cantù, e rappresento la collettività”. Dopo aver elencato alcuni dati relativi agli introiti dell’impresa Zanfrini – le entrate legate all’appalto tra il Comune e l’impresa rappresenterebbero soltanto il 2.8% del fatturato annuo della società, stimato in 1.5 milioni di euro – Arosio è passato all’attacco, descrivendo dettagliatamente i vizi e le irregolarità che avrebbero caratterizzato l’assegnazione dell’appalto e l’individuazione della ditta erogatrice del servizio.

“Quando si stabilì che sarebbe stato necessario indire una nuova gara d’appalto per il servizio di trasporti funebri, nell’avviso esplorativo per l’acquisizione della manifestazione d’interesse era contenuta l’indicazione che le aziende concorrenti dovessero essere almeno sei – spiega energicamente Arosio; - I soggetti interessati venivano formalmente invitati a presentare un’offerta, e i requisiti erano ben chiari: l’azienda prescelta avrebbe dovuto dimostrare di aver svolto gli stessi servizi funebri in almeno cinque paesi con un minimo di 30mila abitanti. L’impresa Zanfrini – continua Arosio – ha attestato di aver svolto i suddetti servizi per un solo paese, ossia per la città di Cantù. Una dichiarazione del genere doveva essere supportata dall’attestazione della pubblica amministrazione che ne certificasse la veridicità, ma tale dichiarazione è mancante: il Comune di Cantù non avrebbe mai potuto certificare a se stesso l’opera svolta dall’impresa Zanfrini”.

Il Sindaco eletto ha poi rivolto i propri strali verso la gestione comunale della gara: “Zanfrini ha partecipato all’appalto senza avere i requisiti tecnici e professionali richiesti: il Comune avrebbe dovuto prendere atto dell’impossibilità di indire la gara d’appalto. È stato palesemente violato anche il principio di rotazione previsto dalla normativa per i contratti d’appalto “sotto soglia”, ossia quelli che includono giri d’affari compresi tra i 40 e i 150mila euro, e non è stata nemmeno condotta un’indagine di mercato - prevista dal codice dei contratti - al fine di individuare almeno sei aziende da invitare a partecipare alla gara”.

Al termine degli applausi scroscianti dedicati dal pubblico alle parole di Arosio – durati un paio di minuti – alcuni consiglieri d’opposizione sono intervenuti brevemente per ribadire il proprio punto di vista. “Era onere dei candidati conoscere le condizioni che determinano l’incompatibilità – afferma il vicesindaco uscente, Francesco Pavesi; - Il dato politico è evidente: la vicenda è stata affrontata con grande superficialità, con incompetenza, e a un mese dalle elezioni la città si trova in oggettive condizioni di difficoltà.  Le accuse di Arosio sono molto gravi: per la prima volta in 15 anni si è sollevata la questione della legalità”. Secondo il consigliere Filippo Di Gregorio, segretario cittadino del PD, “la maggioranza si trova in un vicolo cieco: non sappiamo ancora che cosa intendano fare, e corriamo il rischio di coinvolgere la città in un dibattito lacerante”.

L’avvio della procedura d’incompatibilità è stato confermato dall’esito del voto in consiglio – 7 favorevoli, 0 contrari e 15 astenuti – e nella stessa occasione sono stati eletti anche il presidente e il vicepresidente del consiglio comunale (Mirko Gaudiello di Forza Italia e il grillino Gianpaolo Tagliabue). Il desiderio di Arosio sembra chiaro, perfettamente evidente: il Sindaco eletto vuole tutelare in ogni modo le sue ragioni, e con ogni probabilità presenterà ricorso di incostituzionalità. E tra dieci giorni, quando si tornerà sui banchi consiliari, il tema principale del dibattito saranno proprio le osservazioni di Arosio in merito all’avvio della procedura d’incompatibilità.

R. I. 

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