CANTÙ – Sventato un giro di truffe assicurative dal casertano alla brianza

sabato, 26 settembre 2020

CANTÙ - Da Cantù al casertano, la polizia locale della cittadina brianzola ha scoperchiato un giro di truffe assicurative. Le indagini, avviate lo scorso dicembre, sono proseguite fino ad oggi riuscendo a individuare diverse vittime e soprattutto a risalire agli imbroglioni: una coppia ed una trentenne tutti con procedenti, oltre a un minore intestatario dei conti correnti.

I malintenzionati agivano fingendosi broker assicurativi, presentandosi tramite messaggistica WhatsApp e rilasciando, una volta riscossi i bonifici via PayPal, modelli assicurativi simili a quelli delle agenzie assicurative Helvetia (realtà questa totalmente estranea ai fatti).

Ad insospettire gli agenti canturini un ordinario controllo stradale ad un veicolo che risultava privo di copertura assicurativa. La cittadina alla guida, "significativamente provata dalle circostanze - spiegano i vigili - sosteneva la propria buona fede spiegando di essere stata più volte controllata in passato e di non aver mai avuto problemi". L'intestatario dell'assicurazione, marito della conducente, dimostrava inoltre di aver versato premi assicurativi già da due anni per entrambi i veicoli intestati ai coniugi.

Tuttavia non solo gli strumenti a disposizione del comando dimostravano la non veridicità delle carte, ma anche la compagnia Helvetia, agenzia di Cantù, a cui riferivano i certificati, negava di aver stipulato quei contratti. Pian piano è così emerso il sistema messo in piedi dai truffatori: l'utilizzo ingannevole come copertura di un'agenzia realmente esistente, l’assicurazione Helvatia di Omegna (anche questa estranea alla vicenda).

Nei mesi successivi grazie all'incrocio delle visure degli intestatari telefonici, delle visure dell’agenzia delle entrate e dei numeri telefonici dei canali whatsApp, la polizia locale di Cantù e la Procura di Como - con l'aiuto della municipale della cittadina casertana - hanno identificato due quarantenni residenti a Santa Maria Capua Vetere i quali nel loro sito per promuovere l'attività si attribuivano anche titoli accademici inesistenti. Inoltre uno dei due aveva già precedenti per truffe assicurative telefoniche.

Oltre a loro erano beneficiari dei conti PayPal una trentenne residente a Capua già pregiudicata per fatti analoghi, ed un minorenne residente a Villa Literno. A tutti e quattro sono contestati i reati di truffa e falsità materiale, aggravata per i due soggetti recidivi.

 

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