CANTÙ – Si aggiravano tra le vie più affollate di Cantù, tra piazza Garibaldi e via Matteotti, e ai passanti disposti a prestar loro attenzione rivolgevano una sola, semplice domanda: “Salve, posso aiutarla a comprendere il significato di una parola a sua scelta?”. Si tratta di alcuni giovanissimi allievi dell’associazione canturina “O.A.S.I.” - Organizzazione Associativa di Studio ed Istruzione - i quali, guidati da uno dei loro insegnanti, si sono calati abilmente nel ruolo di divulgatori di sapere, portando con sé soltanto un dizionario e una lista di parole non comuni.
Il loro scopo, come confermato dalla loro guida, consisteva nel promuovere l’utilizzo del dizionario nella vita di tutti i giorni, non solo per scopi didattici o d’apprendimento, ma anche per il proprio arricchimento personale e spirituale. Alcuni passanti non si sono nemmeno fermati – per la maggior parte signore anziane o quasi, per le quali il dizionario rappresenta soltanto un elemento essenziale dell’arredamento domestico, utile soprattutto per creare densità – ma la maggior parte della gente ha dato loro retta, e alcuni si sono pure divertiti.
Il loro metodo è straordinariamente semplice: dopo aver cercato la parola desiderata nel dizionario e averne spiegato il significato, gli allievi di O.A.S.I. chiedevano ai passanti di formulare una frase di senso compiuto che contenesse quella stessa parola, in modo da favorirne l’immediata memorizzazione. In questo modo, secondo loro, le capacità d’apprendimento delle persone potrebbero aumentare sensibilmente, con costanza. “Abbiamo già sperimentato questi metodi negli scorsi mesi, e le persone interpellate hanno sempre mostrato un grande interesse”, afferma l’insegnante che guidava la spedizione degli allievi tra le vie di Cantù.
E il fatto che questa iniziativa sia stata riproposta proprio in questi giorni, a poche settimane dalle polemiche sollevate da alcune facoltà italiane - secondo le quali la maggior parte degli studenti del bel Paese non sarebbe in grado di scrivere o di esprimersi correttamente in italiano – significa che qualcuno (finalmente) sta iniziando a elaborare e a mettere in atto delle proposte concrete per la tutela della lingua, per la salvaguardia di un patrimonio culturale che si sta sgretolando lentamente, inesorabilmente.
R. I.