RECALCATI – “Playoff irraggiungibili comunque”, si riparte con la base italiana

giovedì, 11 maggio 2017

CANTÙ - Una stagione (deludente) appena conclusa, solide basi da cui ripartire. Questa è la speranza condivisa da tutti i tifosi canturini, dopo che la Mia Cantù si è resa protagonista di una stagione ben sotto le aspettative, cominciata con l’obiettivo dichiarato del quarto posto, e terminata invece con il quattordicesimo, rischiando anche la retrocessione.

Coach Carlo Recalcati, subentrato a Bolshakov (che a sua volta aveva preso il posto di Kurtinaitis) ha analizzato le sue dieci partite da capo allenatore di Cantù tra l’entusiasmo delle prime tre vittorie e le seguenti sconfitte che hanno riportato sulla terra la squadra brianzola, chiarendo una volta per tutte che l’obiettivo playoff fosse del tutto irraggiungibile.

Le mie dieci partite hanno visto una grande crescita all’inizio e poi un andamento meno esaltante, avremmo potuto fare qualcosa di più – ha spiegato Recalcati – Io per primo avrei potuto farlo e l’ho detto anche ai giocatori, mi piace essere giudice innanzitutto di me stesso prima degli altri. I giocatori potevano essere messi in una condizione migliore ma questo non toglie nulla alla sostanza del nostro finale di campionato – ha continuato – perché il risultato possibile è stato raggiunto, meritatamente o fortunatamente, abbastanza in fretta. L’altro risultato che tutti speravano obiettivamente mi sembrava irrealizzabile, soprattutto per i risultati delle altre squadre, conti alla mano servivano 18 punti, quindi avremmo dovuto vincere nove o dieci partite”.

Un cammino oggettivamente impossibile, i biancoblu avrebbero dovuto infilare vittorie pesantissime con la consapevolezza dell’ultima giornata a Milano, nel derby e, per quanto si possano ottenere miglioramenti, tale risultato avrebbe avuto del miracoloso.

Eppure, l’annata drammatica (sportivamente parlando) pare abbia già insegnato qualcosa alla società che, pochi giorni dopo il derby, ha allungato il contratto a Parrillo, confermando due pedine italiane molto importanti sullo scacchiere della Cantù che verrà (l’altro italiano è David Cournooh): “Personalmente sono orgoglioso e voglio che mi venga dato merito del fatto siamo cresciuti nell’utilizzo dei giocatori italiani dal 7% al 29% – ha sottolineato il Charlie – Chiaro, se Cournooh ha giocato 30 minuti a partita questo non vuol dire che gli è garantito il minutaggio l’anno prossimo ma è una garanzia da cui partire, Parrillo può trascinare dal punto di vista emotivo ma anche tecnico e strategico ed è un mattoncino nella costruzione della prossima squadra. Inoltre ho scoperto un professionista come Marco Sodini, un professionista competente e ci siamo integrati l’uno con l’altro”.

Carlo Recalcati ha quindi già chiarito la sua ammirazione per Sodini (e non è certo la prima volta), oltre alla soddisfazione di poter contare su Cournooh e Parrillo, italiani in grado di tenere il campo in Serie A; e se i due giocatori sono già sotto contratto, adesso mancherebbe solo la conferma del secondo allenatore. E il resto della squadra? “Ho bisogno di avere 12 giocatori e, non avendo un settore giovanile che ci permetta di avere ricambi a iosa, c’è bisogno di un nucleo di giocatori che possa lavorare anche la mattina – ha specificato il coach canturino – Fare la squadra con la formula 3+4+5 è più facile, hai due stranieri in più rispetto al 5+5 dove aggiungi invece due italiani. Dipende se si vuole privilegiare il giocatore italiano ma in quel caso c’è una disponibilità minore e magari devi spendere qualcosa in più”.

Il Charlie ha le idee ben chiare sul concetto di programmazione che vuole sviluppare anche quando, in futuro, non sarà più lui l’allenatore di Cantù, e finora non ha ancora esposto le sue idee alla società. Anche perché, quando Recalcati firmò un paio di mesi fa, i tempi si allungarono per via del secondo anno di contratto, serviva un messaggio ai canturini e non c’era il tempo materiale per discutere della programmazione specifica: “La priorità era comunque capire se fossi stato utile nel presente – ha sottolineato Recalcati – e il discorso sul contratto futuro era legato al fatto di vederci e capire se ci eravamo trovati bene. Sarà mia prerogativa essere propositivo e convincente nel portare avanti le mie idee ma alla fine il rispetto dei ruoli è fondamentale. La gente aveva bisogno di sapere che ci poteva essere un futuro, Dmitry e Irina hanno recepito questo messaggio, ci incontreremo e discuteremo senza problemi”.

Al di là dell’appoggiare del tutto o meno le idee che Carlo Recalcati esporrà nei prossimi giorni alla proprietà, i canturini possono stare tranquilli, perché il Charlie sarà l’allenatore di Cantù anche il prossimo anno. E la base italiana di Parrillo e Cournooh, staff medico e, forse, Marco Sodini, rappresenta un bel punto di partenza rispetto alla costruzione quasi completamente est europea degli ultimi due anni.

Davide Porro

 

 

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