COMO – Oltre le sbarre: al Sant’Anna la mostra “Sperart”

sabato, 10 dicembre 2016

img_4137COMO – Dal prossimo 14 dicembre, all’interno dell’ospedale Sant’Anna di Como, sarà allestita la mostraSperart”, una rassegna artistica curata da Angiola Tremonti.

Oltre alle 200 opere realizzate dai detenuti del carcere del Bassone, la mostra comprenderà anche tre enormi drappi, un’installazione aerea e tre interessanti pannelli (intitolati “Amore, Perdono e Misericordia”).

img_9020L’esposizione, resa possibile dalla collaborazione tra la Casa Circondariale di Como e l’Azienda socio sanitaria territoriale Lariana, resterà aperta fino al prossimo 14 gennaio. Il nome dell’esposizione trae origine dal laboratorio artistico “Sperart”, un’iniziativa condivisa dal Carcere di Como e da Angiola Tremonti, che vi ha preso parte come volontaria.

“Viviamo in un’epoca in cui si conta solo se si è visibili”, ha affermato Angiola Tremonti, presentando la mostra. L’artista canturina ha affrontato la tematica cruciale del “rispetto”, che a suo avviso “si gioca solo qui, in questa apertura di poteri, logiche di scambio, circuiti economico-finanziari, cerchie simil culturali, una serie di ambienti in cui ognuno, per distinguersi, deve necessariamente essere “visibile, controllabile”.

img_3631In tali ambienti, secondo la Tremonti, ogni individuo deve essere in grado di operare una distinzione tra i concetti di “pudore” e “timidezza”: il primo sembra essere considerato una virtù rara ed estremamente preziosa – “riserva sacra dell’anima” – mentre la seconda, nell’analisi dell'artista canturina, è stata definita “una virtù per deboli o donnicciole”.

Nel passaggio seguente – contraddistinto da una sorta di ardore iconoclasta – Angiola Tremonti arriva a ridefinire l’essenza stessa dell’Arte, da lei considerata un elemento puro e inarrestabile che “spazza via tutto, rompe l’ipocrisia domiciliata presso i potentati”, una forza capace di instaurare un dialogo paziente con “ogni uomo aperto al bello, alla verità della misericordia, alla fragilità che abita l’animo umano.” img_3898

La critica d’arte Elisabetta Mossinelli, commentando la mostra, ha parlato del rapporto tra arte e prigione. “L’arte in carcere è occasione di bellezza – ha affermato la critica; - Dal basso, senza proclami. Con la forza che dà la speranza”.

 

 

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