CANTÙ – Vetri rotti e vandalismi: l’edificio di via Carcano attende la rinascita

giovedì, 22 febbraio 2018

CANTÙ -  Le sue dimensioni sono ciclopiche, ad ampia metratura. Al punto che, per non notarlo, bisognerebbe essere sopra pensiero o non dotati del senso della vista. Via Carcano, pieno centro di Cantù: lì fa bella mostra di sé un immobile in stato di disuso ormai da tempo e che, nei tempi andati, ebbe una sua vivacità commerciale.

L'"horror vacui" che suscita emerge in modo particolare a guardare quali siano i suoi "vicini di casa". Condominii con appartamenti di buona fattura che strizzano l'occhio alla residenzialità più curata, più in là un campo da basket, a una manciata di metri una sede della Camera di Commercio e un parcheggio sotterraneo. Espressione della pienezza e vitalità di una zona che in tutto questo porta ossequio alla sua vocazione di parte centrale del tessuto urbanistico canturino.

Ma lui, in tutto questo, è una sorta di "pecora nera" con un cartello che accarezza uno dei suoi lati su cui sta scritto "vendesi" e, all'interno, una testimonianza che lì vi furono in passato segni di vivacità commerciale con un cartello che prometteva assistenza ai clienti abbandonato in un angolo. E poi loro, le vetrate, che non se la passano proprio bene in salute visti i buchi non trascurabili su alcune di esse atti a certificare un anonimo quanto incurante vandalismo. O perlomeno così porta a concludere la collocazione degli sfregi a esse.

E dunque tutto d'intorno il pieno di una solidità di vita, e in quell'edificio il vuoto. Un cuore di città che pulsa e uno che attende qualcuno disposto a rianimarlo per tornare a battere quanto prima. Perché va da sé che, a una prima "pennellata" di sguardo, quell'edificio, depurato da vetrate rotte e quindi riportate al loro prisco splendore, scritte sui suoi lati ed elementi di un'antica testimonianza produttiva che possono fare memoria ma non far compiere passi in avanti sarebbe un buon valore aggiunto per la zona.

Un nuovo spazio commerciale, una sede per associazioni sempre in cerca di spazi, un circolo ricreativo. Quello spazio, insomma, attende di sapere che cosa farà da grande. Per quanto ancora? Chissà. Certo, pur in un periodo nel quale la parola crisi non ne vuole sapere di rinchiudersi definitivamente nel dimenticatoio, qualche idea potrebbe spuntare. E soprattutto qualcuno disposto a darle gambe per camminare. Lo sguardo del pubblico e quello del privato potrebbero intrecciarsi. Perché quattro occhi vedono meglio di due. E anche più lontano. Per quello che oggi è uno scheletro e domani potrebbe essere un biglietto da visita dorato di uno dei punti nevralgici di Cantù.

C. Co

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