MILANO - Una scelta importante, presa ieri dal Consiglio Regionale di Regione Lombardia, per contrastare il triste fenomeno delle baby gang presenti, anche, nel territorio canturino.
La legge regionale 1/2017 cambia nome e si occuperà più specificatamente del fenomeno delle bande minorili violente, mettendo in campo risorse per sostenere nuovi interventi regionali destinati a prevenire e contrastare il “fenomeno delle baby gang che compiono atti illegali o criminali”.
Il provvedimento, che prevede uno stanziamento di 450mila euro, realizzerà misure volte a fronteggiare situazioni di disagio giovanile e azioni a carattere sperimentale.
In particolare, le misure approvate riguardano la prevenzione sociale nelle aree dove è più diffusa la presenza di bande minorili e la riqualificazione degli spazi attraverso il sostegno di iniziative urbanistiche, culturali, educative, sociali e sportive. La nuova normativa prevede inoltre l’istituzione di sportelli di ascolto e aiuto, l’analisi sociale dei fenomeni di illegalità collegati a baby gang e allo ‘street bullying’ (il bullismo minorile di strada); l’attivazione di percorsi di servizio sociale obbligatorio o di lavoro socialmente utile per i minori autori di reati e di formazione, informazione e sensibilizzazione per operatori sanitari, sociali, sportivi, economici e per gli agenti della polizia locale.
Completano il quadro normativo le novità relative alla composizione della Consulta regionale e alla stipula di protocolli di intesa.
La Consulta regionale, istituita presso la Giunta e ad oggi costituita da personale dell’amministrazione regionale, della scuola, del Terzo settore e delle associazioni familiari, si arricchirà della presenza di un rappresentante dei giovani e sarà possibile estenderne la partecipazione anche a esponenti di amministrazioni competenti in materia di giustizia minorile e sicurezza. Compito della Consulta sarà quello di raccogliere informazioni sul fenomeno delle baby gang con funzioni consultive e propositive.
Quanto ai protocolli di intesa, si stabilisce che la Regione possa sottoscriverne di specifici con le amministrazioni locali e statali per realizzare programmi di sensibilizzazione, informazione e formazione per i minori e le loro famiglie; nonché di sostegno a favore delle vittime e di promozione di giustizia riparativa. Nell’ambito di questi protocolli sarà anche possibile coinvolgere operatori sociali e del mondo scolastico per promuovere iniziative atte a individuare dinamiche familiari caratterizzate da inadeguatezza educativa o scarso controllo genitoriale.
“Quello delle baby gang – ha spiegato il relatore del provvedimento, Floriano Massardi (Lega) - è un problema nazionale, particolarmente diffuso nelle grandi città e nelle periferie nel Nord Italia, e va affrontato con determinazione per evitare che questo fenomeno dilaghi ulteriormente. Oggi approviamo un testo atteso da anni e che introduce percorsi socio-educativi. Con questa iniziativa vogliamo dare risposte e governare il fenomeno. Si contrastano le violenze, si gestiscono i reati commessi da minori, nella maggior parte dei casi di origine nordafricana, e si introducono misure per facilitare la rieducazione degli stessi con un approccio complessivo che affronta sia il disagio giovanile sia le tematiche della sicurezza urbana”.
Immediate le risposte di M5S e Pd. Dure le parole di Paola Pizzighini, consigliera regionale Movimento 5 Stelle: "Ennesimo momento inutile in Consiglio regionale per un PdL che non serve, perché fuori luogo e senza coraggio - sottolinea - Dietro questi episodi non ci sono solo 'ragazzi cattivi', ma giovani fragili, spesso lasciati soli da famiglie assenti, da una scuola che fatica a intercettare il disagio e da una società che preferisce puntare il dito anziché ascoltare e comprendere". E ancora: " Il Movimento 5 Stelle ritiene sbagliato modificare la Legge regionale n. 1 del 7 febbraio 2017 – nata per contrastare bullismo e cyberbullismo – per inserirvi norme sulle baby gang: due fenomeni distinti, che richiedono strumenti specifici. Sarebbe stato più serio presentare un progetto di legge ad hoc".
Contrario il consigliere PD Gian Mario Fragomeli: “Approvando in Commissione Cultura questo provvedimento, si è fatto uno scippo alla Commissione competente su questo tema e persino all’Assessorato alla Sicurezza. Una buffonata legislativa che stanzia risorse irrisorie e toglie spazio a una legge regionale che già esiste in fatto di sicurezza urbana”.
RedCro