CANTÙ - Una sentenza pesante, destinata a lasciare il segno nella cronaca giudiziaria comasca: Giorgio Quintavalle, ex assessore allo Sport e alle Politiche Finanziarie del Comune di Cantù, è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione per una lunga serie di reati economici, tra cui bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, frode fiscale e false fatturazioni. Il verdetto, pronunciato dal Tribunale Collegiale di Como, chiude il primo grado di un processo che ha avuto origine da un bonifico da un milione di euro, trasferito dalla società italiana Forma Hurbis a una società svizzera, e che ha portato alla luce un sistema di evasione e distrazione di fondi su larga scala.
L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Antonia Pavan e condotta dalla Guardia di Finanza, ha ricostruito un meccanismo ben rodato: Quintavalle e il suo socio Claudio Ferrari, anch’egli ex assessore canturino, operavano attraverso una rete di società immobiliari che acquistavano terreni a basso costo per rivenderli con forti plusvalenze a gruppi della grande distribuzione. I profitti generati venivano sistematicamente sottratti al fisco, mentre le società venivano svuotate prima degli accertamenti tributari, con il trasferimento dei fondi verso entità anonime di diritto svizzero riconducibili agli imputati.
Oltre a Quintavalle, l’indagine aveva portato all’arresto di Ferrari (che ha patteggiato 5 anni), dell’immobiliarista Fabrizio Arnaboldi (3 anni) e di Luca Della Fontana, liquidatore e beneficiario di fondi distratti (2 anni). Quintavalle è stato l’unico a scegliere il dibattimento, tentando di dimostrare la propria innocenza, ma la strategia difensiva non ha convinto i giudici, che lo hanno ritenuto colpevole di tutti i capi d’imputazione, ad eccezione della malversazione di erogazioni pubbliche, per la quale gli atti sono stati rinviati in Procura per una nuova valutazione.
Oltre alla pena detentiva, Quintavalle dovrà affrontare una serie di pene accessorie che potrebbero costargli tutti gli incarichi pubblici e sportivi, tra cui la presidenza nazionale della sezione salvamento della Federazione Italiana Nuoto. Inoltre, i quasi 3 milioni e mezzo di euro sequestrati durante le indagini saranno definitivamente confiscati.
La difesa, affidata agli avvocati Arnaldo Giudici e Antonio Macheda, ha già annunciato il ricorso in Appello. Ma i guai giudiziari per Quintavalle e Ferrari potrebbero non essere finiti: altre società coinvolte sono state dichiarate fallite, aprendo la strada a nuove indagini per bancarotta fraudolenta.
RedCro








